Sogno, son desto o sono ubriaco. Questo ho pensato quando ho sentito annunciare da Amadeus, al Teatro Ariston all’inizio del Festival della canzone 2023 che, in prima fila non sedevano i soliti “commenda” milionari e signora, big dell’industria, del cinema, delle fiction, personaggi del mondo dello sport, dello smart set, influencer, manager, vip più o meno noti in cerca di pubblicità, politici di piccola, media grandezza, forse anche qualche ministro (?) o i vari e soliti tizio, caio, sempronio, ma la bomba, il missile, l’atomica: per la prima volta nei 73 anni della storia del Sanremo sarà presente Sergio Mattarella, il Presidente della Repubblica Italiana. Applausi.
Non un sosia, una trovata, uno scherzo per strappare sorrisi, battimano, far dimenticare, alleggerire i gravi problemi e le tante ingiustizie del mondo, ma lui, il Presidente in carne ed ossa, con accanto la figlia. Frazioni di secondi e nella mia testa si sono accavallate raffiche di domande, punti interrogativi: perché, perché? “Ama” continuava a parlare, dare risposte, onore alla cultura, celebrazioni dei 75 anni della Costituzione, valore del Festival, Benigni che avrebbe letto quel libro sacro, il co-presentatore Gianni Morandi cantato l’inno Fratelli d’Italia, poi Chiara Ferragni e tanto altro ancora. Più Amadeus dava spiegazioni di quella alta presenza all’Ariston più la mente veniva soffocata dall’incredibile, sanguinoso impari conflitto Russia-Ucraina. Dalle migliaia di morti, molti ancora sotto le macerie delle case, dei palazzi distrutti, sgretolati dallo spietato terremoto che ha sconvolto Turchia e Siria. Dai milioni di morti, feriti, orfani, sofferenze, inenarrabili quanto assurde, provocati da 7-8 altre guerre che continuano ad insanguinare e bruciare il mondo.
Perché Mattarella a Sanremo? Perché al Festival? Perché no? Sì, ha fatto bene? Parole, povera testa mia, che confusione.