Il ministero della Salute promuove a pieni voti il Piano sanitario regionale 2023/2025. Il parere positivo è stato espresso attraverso una lettera inviata ad Alisa dalla Direzione generale della Programmazione sanitaria in cui si sottolinea che “l’impostazione generale del Piano riprende le indicazioni prioritarie della programmazione nazionale”.
“Siamo molto soddisfatti di questo parere del ministero, che arriva alla vigilia dell’avvio del confronto sul Piano in Consiglio regionale e conferma la correttezza delle nostre scelte – dichiarano il presidente Giovanni Toti e l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola. – La certificazione del ministero della Salute definisce la bontà del Piano regionale e ne evidenzia alcuni aspetti particolarmente positivi tra cui il rafforzamento dell’offerta territoriale, una sempre maggiore presa in carico individualizzata e un’ulteriore salto di qualità nella direzione della digitalizzazione. Il ministero ha particolarmente apprezzato l’integrazione tra territorio e ospedale attraverso il rafforzamento del territorio attraverso un’offerta capillare e diffusa sia per gli aspetti sociali e socio sanitari sia per quelli sanitari tout court, lasciando alla componente ospedaliera la risposta alle patologie acute e alle grandi patologie”.
“L’interlocuzione con il ministero è stata proficua – aggiunge il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – il Piano è frutto di un intenso e proficuo lavoro, sia di analisi e programmazione, sia di confronto per arrivare ad un documento condiviso e in grado di mettere le basi per dare ai cittadini risposte ai loro bisogni. L’obiettivo della presa in carico personalizzata e sempre più vicina al paziente è stato condiviso. Abbiamo gli strumenti sia di tipo organizzativo, sia quelli legati alla digitalizzazione della sanità che ci potranno consentire di mettere in pratica quanto previsto da questo fondamentale documento di programmazione”.
Il ministero esprime inoltre “particolare apprezzamento su alcuni aspetti, nella descrizione della rete territoriale, quali l’implementazione di un unico sistema di valutazione multidimensionale, che dovrà coordinarsi con il livello nazionale, in grado di ‘fornire informazioni individuali (riguardo l’andamento della salute della persona) con esame completo dei problemi sanitari, assistenziali, sociali, economici’ ed il potenziamento delle progettualità tese all’utilizzo di strumenti in grado di intercettare precocemente la fragilità in una fase in cui è ancora reversibile”.
Tra gli elementi di innovazione del piano sociosanitario sono infatti presenti il passaggio ad un nuovo modello di organizzazione dell’offerta con gli obiettivi di una presa in carico personalizzata del paziente, semplificando l’accesso a prestazioni e servizi e innovando i sistemi informativi e digitali. A proposito di questo ultimo aspetto, il ministero definisce “di particolare interesse il progetto di un sistema informativo accessibile a tutti gli operatori, che contenga tutti i percorsi di cura, sanitari, sociosanitari e sociali e che metta in rete tutte le strutture e i professionisti coinvolti nella presa in carico del cittadino”.
Nella lettera si evidenzia tra gli aspetti positivi anche la “governance pubblica” sulle “case della comunità, modello organizzativo di integrazione istituzionale e professionale non solo in ambito sanitario ma anche tra sanità e sociale”. È infatti centrale nel piano approvato il ruolo dei grandi ospedali da una parte, sempre più dedicati e specializzati ad affrontare le patologie più complesse, e a quello di ospedali e case di comunità previsti dal Pnrr, sempre più integrati con il territorio (tramite i distretti), destinati a diventare il punto di riferimento per i cittadini, non solo per i ricoveri a bassa intensità di cura, ma anche per affrontare le cronicità e per garantire prestazioni ambulatoriali, cure domiciliari, continuità assistenziale, servizi sociali, alla persona e alla famiglia.