“L’anno solare 2022 e la sua parte finale che corrisponde all’inizio della stagione floricola 22/23 è andato abbastanza bene, non in linea con le nostre previsioni ma comunque con un incremento del 10/15% sul volume di affari, una crescita rallentata dalla recessione causata dalla guerra in Ucraina”.
Lo dice Franco Barbagelata, direttore del Mercato dei Fiori di Valle Armea a Sanremo che sottolinea l’esistenza di “…una certa apprensione tra gli operatori floricoli per gli aumenti che stanno facendo soffrire le diverse aziende in particolare sulle materie prime”.
“Sapevamo che la strada sarebbe stata in salita – dice – ma abbiamo buone armi per riuscire a portare a termine una stagione che confidiamo si chiuda positivamente”.
“Le feste di Natale storicamente non portano un importante aumento degli incassi nel nostro settore, in Europa le spese di quel periodo si concentrano maggiormente sull’oggettistica ed eventualmente sulle fronde ornamentali ma poco sul fiore le cui vendite sono rimaste allineate alle medie del periodo”.
“La lunga siccità che ha caratterizzato l’anno scorso non ha certo giovato al comparto – spiega Barbagelata – e abbiamo notato qualche difficoltà anche per chi coltiva ranuncoli e anemoni. Adesso ci troviamo di fronte ad una fioritura anticipata della mimosa che non è un male per chi la sa lavorare e conservare al meglio, resta il pericolo di una gelata improvvisa che possa rovinare il raccolto”.
“Abbiamo sentito anche noi le voci riguardo un possibile ritorno del Corso Fiorito a Sanremo – dice – e sarebbe certamente una notizia molto positiva per la grande promozione del fiore visto come prodotto locale. Si sente dire che una data possibile potrebbe essere una domenica di fine marzo e in quel caso ci sarebbe anche un risparmio sull’acquisto dei fiori che man mano che la stagione avanza costano sempre un po’ di meno”.
“Le aspettative per questo 2023 – conclude il direttore – sono rivolte verso la speranza della fine di tutte queste situazioni negative che occupano le prime pagine dei giornali. Diciamo che noi siamo attrezzati per fare bene ma le incognite sono tante, la guerra, gli aumenti delle bollette e dei carburanti, le temperature elevate sia qui da noi che nei luoghi dove vendiamo, costi che raramente facciamo ricadere sul consumatore come accade invece in altri settori”.