Sono venuti a saperlo prima in Francia che in Italia: mercoledì a Monaco mentre annunciavano la riapertura dei loro casinò, avvenuta ieri, non nascondevano l’orgoglio per aver anticipato di dieci giorni la concorrenza delle case da gioco italiane che avrebbero riaperto non prima del 15 giugno.
Ieri, 48 ore dopo, è arrivato l’annuncio ufficiale da parte del presidente regionale Toti che il Casinò di Sanremo, e di conseguenza quelli di Venezia e Saint Vincent, chiuso dallo scorso 8 marzo sarebbe ripartito il 16 giugno.
Misteri della comunicazione a parte, dall’establishment dell’azienda principale della Riviera dei Fiori non si nasconde la soddisfazione per il futuro semaforo verde ai tavoli…verdi.
“Bisogna ringraziare i nostri dirigenti per come hanno impostato il piano anti-contagio e di protezione nelle sale, e il nostro Sindaco per la certosina opera di convincimento sulla Regione al punto che è stata considerata ‘avanguardista’ rispetto al Veneto e alla Valle D’Aosta per gli altri due casinò”, ha detto a caldo Adriano Battistotti, presidente del Cda della nostra Casa da gioco.
Che poi la palazzina Liberty fosse ormai perfettamente a norma da subito dopo metà maggio e che possa ricominciare a generare indotto e incassi vitali per l’economia locale quasi un mese dopo, sembra diventato un aspetto secondario. Prima di tutti gli altri, Riviera Time il 20 maggio era entrata nelle sale del Casinò di Sanremo per scoprire che già da qualche giorno tutto era perfettamente a posto per riaprire, se non a ore, nel giro di pochi giorni. La perdita di 110.000 euro lordi al giorno, una vera emorragia, sarebbe finalmente terminata da lì a breve, e senza neppure lontanamente pensare di poter ripartire con quello stesso ritmo, l’ottimismo regnava sovrano.
Rinvio dopo rinvio, si è arrivati alla data del 15 giugno, un mese dopo quella che poteva essere la data della ripartenza.
Il colpevole ritardo, come lo chiamano sui social senza girarci intorno alcuni dipendenti del Casinò stufi di una così lunga attesa, sembra sia da attribuire solo e soltanto al Governo centrale il quale non avrebbe prestato troppa attenzione ai ‘solo’ 20mila addetti ai lavori di case da gioco (tre in tutta Italia), sale bingo, agenzie di scommesse, circoli di poker, che restano ancora disoccupati, pronti a superare la soglia dei 100 giorni di inattività.
E forse se non fosse stato per l’impegno profuso proprio dai dirigenti del Casinò di Sanremo, dal sindaco Biancheri, forse anche dal governatore Toti e dall’onorevole Mulè, si sarebbe anche aspettato ancora al punto che al ‘nostro’ Cda sono arrivati i ringraziamenti dai colleghi di Venezia per aver trattato in modo esemplare a livello istituzionale l’intricata vicenda.