Nella foto il Maestro ed organizzatore d’eventi Christian Raimo

Domani, domenica 21 luglio, turisti e residenti della Riviera di Ponente avranno un appuntamento assolutamente da non perdere: per chi ama l’arte, la buona musica, le celebri colonne sonore dei migliori film, voci ed artisti di serie A dal vivo. A partire dalle 21:15, la “Cumpagnia Armasca“, per festeggiare i suoi primi 40 anni di virtuosa attività, sulle orme dell’immaginario Harry Potter, è riuscita a trasformare per una sera la centralissima Via San Giuseppe, cuore pulsante dell’antico Borgo Marinaro di Arma di Taggia, a due passi dal mare e dalle sue splendide spiagge, in una ospitale ed inedita location. Un teatro all’aperto per offrire al pubblico la sede ideale di uno spettacolo singolare: “Tributo al Cinema – Tour 2024“.

La regia e la struttura organizzativa sono firmate da Christian Raimo, stimato Maestro di musica, autore, compositore, ricercato pianista, oltre che originale organizzatore di eventi in tutta Italia e non solo, a fianco di ospiti, personaggi e star del calibro di Andrea Bocelli, Marzotto, il cardinal Martini, Tettamanzi, i costruttori Marzocco. Il tour ha preso il via con successo il 21 giugno scorso a Milano, dove Raimo risiede, ha lo studio, organizza, inventa e lavora con il suo team di artisti, scrittori, cantanti, attori, musicisti, celebrità. Qualche nome? Il professor Carlo Barezzi, prestigioso solista all’oboe d’amore, la cantante Francesca Pacileo (scuola scaligera Guglielmi), lo scrittore, sessuologo e noto personaggio televisivo Maurizio Bossi.

Il calendario estivo di “Tributo al Cinema – 2024” prevede tappe importanti come il Principato di Monaco, spettacoli in Versilia, Portofino, Napoli, Sanremo, Forte dei Marmi, ultima tappa, ritorno e gran finale a Milano nella suggestiva cornice del Club Harbour.

E Arma-Taggia? “Qui – ha risposto con un sorriso Christian Raimo – ci sono le radici della mia famiglia, di mio padre, mia madre. Io ho mosso i primi passi ad Arma. Sono figlio d’arte: mio nonno Giacchino Raimo, professore di trombone a coulisse, era il direttore dell’orchestra di Erminio Macario, indimenticabile attore comico piemontese e della sua notissima compagnia di avanspettacolo e belle soubrette-madamin. Aveva fatto la Campagna d’Africa insieme all’amico Renato Rascel; fatti prigionieri nel ’45, poi rientrarono insieme in Italia. Mia nonna, Letizia Fogli, non lo seguiva nelle sue numerose e lunghe tournèe, ma anche lei faceva parte di quel mondo, respirava musica. Aveva infatti aperto a Sanremo, proprio accanto all’ingresso del Teatro Ariston confinante con l’allora “Standa”, con grande scritta pubblicitaria al neon su corso Matteotti, l’Hotel degli Artisti. Vi hanno alloggiato decine e decine di personaggi dello spettacolo italiani e stranieri, tanti cantanti che hanno partecipato a numerosi Festival, ballerine, nomi importanti che si esibivano al Casinò, in tv alla Rai: le Gemelle Kessler, Alice ed Ellen, tedesche, la Schneider, i Dik Dik, Don Lurio, Gloria Paul, Ciccio Ingrassia e Franco Franchi, Banfi, Tullio De Piscopo e tanti altri.

“A 5 anni – continua – io già suonavo un po’ l’organo in una chiesa di Sanremo. A 7 il direttore di un grande albergo matuziano, sentendomi, convinse i miei genitori a farmi andare da lui a perfezionarmi e a suonare un’ora al giorno per i clienti del suo hotel. Mi ricordo che, dopo qualche tempo, portavo a casa 35mila lire al mese. Una bella sommetta. Anche mio padre, Vincenzo Raimo, era nato artista, cantava molto bene, aveva formato un gruppo con degli amici. Nel 1971 vinse il primo “Festival Giovani Sanremo”, fu premiato da Pippo Baudo“.

“Quell’anno, il 21° Festival, che si svolgeva ancora al Casinò della città dei fiori, presentato da Carlo Giuffrè ed Elsa Martinelli, lo vinsero Nada e Nicola di Bari con la canzone “Il cuore è uno zingaro”. Mio papà Vincenzo, in quel periodo, conobbe Lucio Battisti, diventarono amici. Insieme ad altri cantanti, si esibirono anche in uno spettacolo all’Ariston. Sul palco, prima di cantare, loro due si scambiarono le magliette. Qualche tempo dopo, Battisti lo portò a Milano, lo presentò a diverse case discografiche, piacque alla Fonit Cetra che gli offrì subito un contratto che, purtroppo, non firmò mai perché ancora minorenne… Serviva la firma di suo padre, di mio nonno Giacchino, che preferì non metterla, rinviare tutto, aspettare che diventasse maggiorenne. La fortuna non bussò più alla sua porta. Mio padre continuò a cantare con la sua band, per un certo periodo lavorò anche in un giornale a Sanremo, poi ebbe un’offerta stabile di lavoro nel settore commerciale. Fece carriera, si sposò felicemente con mia madre Enza, brava nei dipinti ad olio, in digital art. Anche lei artista. Quando nacqui, capirono subito che anche nelle mie vene scorreva lo stesso sangue dell’intera famiglia Raimo. Mio padre Vincenzo, orgogliosissimo, mi aiutò a studiare musica, pianoforte, organo al Conservatorio a Parma, a Milano, a realizzare il mio ed il suo sogno: diventare Maestro di musica”, ricorda Raimo. “Sono sempre felicissimo di tornare ad Arma, la mia terra”.