Continua a dividere la decisione del Governo di introdurre, a partire dal 6 agosto, lo strumento del green pass come requisito per accedere (per quanto riguarda lo sport) a palestre e piscine al chiuso.
La certificazione verde, rilasciata a chi ha ricevuto almeno una dose di vaccino, a chi ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico (valido per le 48h successive) o è guarita dal covid, rischia di far perdere abbonati e di provocare un danno economico a quelle attività già danneggiate dai lunghi periodi di chiusura forzata.
Per tastare con mano la situazione in provincia, siamo andanti alla piscina Cascione di Imperia, il più grande impianto natatorio del ponente.
“Come tutte le normative che ci sono state imposte negli ultimi anni, è semplicemente una normativa in più che dobbiamo adottare – commenta Matteo Gai, direttore generale della Rari Nantes. – È una possibilità che la piscina può dare per offrire un servizio ancora più sicuro, non che ora non lo sia, però sapere che all’interno di una struttura tutti hanno questa certificazione, penso che sia una cosa positiva”.
Non sembra paventarsi, secondo il direttore, l’ipotesi di un calo di fatturato, se non all’inizio: “Un piccolo impatto economico ci può anche essere – prosegue Gai – perché ci sono stati tanti dibattiti sul vaccino. In realtà, se poi si capisce lo strumento del green pass, questo può diventare un beneficio, perché avere un servizio in totale sicurezza la trovo una cosa positiva e lungimirante per l’autunno. Sicuramente meglio stare aperti con il green pass che stare chiusi come in questi ultimi mesi. Noi comunque resteremo chiusi dal 7 agosto fino al termine del mese, per via di lavori di manutenzione estivi e prove sul fondo della vasca, per cui adotteremo il green pass soltanto a settembre. Per il momento non ci sono state particolari polemiche”.