giovanni toti

La giudice Paola Faggioni ha respinto la richiesta di revoca degli arresti domiciliari per il governatore della Regione Liguria, Giovanni Toti. Arrestato il 7 maggio scorso, Toti è accusato di corruzione, voto di scambio e falso nell’ambito di un’inchiesta della procura genovese.

L’avvocato di Toti, Stefano Savi, aveva chiesto la revoca della misura il 10 giugno, ma la giudice ha ritenuto che persistano i rischi di reiterazione delle condotte criminose e di interferenza con le indagini in corso.

Al riguardo, scrive Faggioni, “rilevano, in primo luogo, le stesse modalità delle condotte criminose contestate così come emerse nel corso delle indagini, dalle quali traspare in modo evidente la sistematicità del meccanismo corruttivo, reiterato in un notevole arco temporale”.

“In occasione e in concomitanza di ciascuna delle quattro competizioni elettorali che si sono susseguite nell’arco temporale della presente indagine (circa 18 mesi) – elezioni amministrative di Savona (ottobre 2021), elezioni amministrative di Genova (giugno 2022) elezioni politiche nazionali (25 settembre 2022) ed elezioni amministrative di Ventimiglia e Sarzana (maggio 2023) – l’indagato, pressato dalla necessità di reperire fondi per affrontare la campagna elettorale, ha messo a disposizione la propria funzione, i propri poteri e il proprio ruolo, in favore di interessi privati, in cambio di finanziamenti, promessi e concretamente erogati. Tale meccanismo è stato accertato con riferimento a due diversi imprenditori, gli Spinelli e Moncada”, ha proseguito Faggioni.

“Le indagini – si legge – sono in pieno svolgimento e, in particolare, sono in corso le audizioni di funzionari e dirigenti della Regione Liguria a conoscenza dei fatti per cui si procede, i quali ben potrebbero subire dall’indagato condizionamenti o pressioni per rendere una conveniente ricostruzione degli eventi”.

La giudice ha citato comportamenti elusivi di Toti durante le indagini, come incontri riservati sulla barca di Aldo Spinelli e l’utilizzo di espressioni allusive nelle comunicazioni su WhatsApp per riferirsi a utilità corruttive.

Tra le prove citate, una conversazione tra Toti e la sua segretaria Marcella Mirafiori, in cui Toti menziona un pranzo con Spinelli e la partecipazione a una cena di raccolta fondi con un contributo ufficiale di 4.500 euro, oltre a somme ulteriori concordate privatamente. La giudice ha evidenziato l’uso di espressioni allusive come “il resto” per indicare ulteriori utilità non ufficiali.

La giudice ha quindi ritenuto che le condizioni per la revoca degli arresti domiciliari non siano state soddisfatte, mantenendo la misura cautelare nei confronti di Toti.

“La decisione di rigettare la richiesta di revoca della scarcerazione di Giovanni Toti ci lascia dispiaciuti”, ha dichiarato il presidente ad interim di Regione Liguria Alessandro Piana. “Avremmo voluto che il governatore democraticamente eletto a larga maggioranza potesse tornare pienamente alle sue funzioni. Il nostro dovere, come abbiamo dimostrato in queste settimane, è quello di portare avanti il lavoro della Giunta regionale continuando a favorire lo sviluppo della Liguria in tutti i settori. Gli ottimi risultati su PIL, export, occupazione e turismo ci danno ragione. Siamo vicini a Giovanni, auspichiamo possa tornare al più presto dimostrando di aver agito sempre per l’interesse supremo dei liguri e del territorio”.