Il PD città di Imperia interviene in merito alla ricorrenza odierna dedicata alla legalità e allo sterminio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo e dei membri della scorta.
“23 maggio 1992. È da lì che dobbiamo partire se vogliamo che ogni 23 maggio, ogni giornata della Legalità, abbia un senso e non sia la vuota celebrazione di un concetto, quello di legalità, che non sarebbe neppure il caso di celebrare perché dovrebbe far parte del nostro DNA di cittadini, di donne e di uomini degni di questo nome. Di quella strage, l’attentatuni come tristemente venne definito, rimane come segno tangibile un monumento sobrio e inquietante al tempo stesso nel medesimo luogo in cui avvenne la terribile esplosione. Quel grande cippo granitico, sia sempre presente in tutti noi a ricordarci che la legalità non è una parola vuota, non è un bel suono con cui colorare discorsi di circostanza, ma deve essere il principio ispiratore del nostro essere cittadini attivi.
Legalità non è un dovere da ricordare agli altri e dal quale sfuggire noi stessi, ma un abito mentale anche quando, sotto la falsa parvenza della costrizione, ci costringe a escludere la via più facile per seguire la via più giusta. Ed è proprio su quest’ultimo concetto che bisogna insistere soprattutto con le giovani generazioni che non hanno vissuto gli eventi drammatici delle stragi di mafia e che, in un mondo sempre più difficile e sempre più problematico, possono cedere ad ascoltare le lusinghe di scelte di comodo piuttosto che perseverare nella convinzione di un operato eticamente ineccepibile.
A loro, come a tutti noi, deve essere di monito l’esempio di chi ha dato la Vita per combattere il malcostume e il malaffare, di chi non si è piegato a viscidi compromessi e di chi non ha piegato la testa davanti alla forza, comunque labile ed effimera, dell’illegalità nella convinzione che ‘chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola’“.