Si può essere contrari alla lotta contro l’omofobia? Facciamo un esempio concreto: un signore di nome Tizio scopre che suo figlio di nome Caio è omosessuale. Tizio dice a suo figlio: “Caio, non voglio froci in casa mia, da oggi non sei più mio figlio, esci di casa e non tornare mai più”. Caio è solo, non sa che fare, la mamma non risponde alle sue telefonate allora chiama la zia. La zia lo ospita per qualche giorno, ma dopo un po’ la situazione diventa pesante. Lei riceve pressioni dai genitori di Caio, lui non si sente desiderato neanche dalla zia e scappa di nuovo, va a vivere per qualche tempo da alcuni amici, ma non ha più soldi, non può chiederli a nessuno e allora comincia a rubare, a vivere per strada e inizia a pensare che l’unica soluzione accettabile per lui sia il suicidio.
Storie d’altri tempi? Assolutamente no, purtroppo.
La gay help line (tel 800.713.713) riceve ogni giorno cinquanta segnalazioni simili a quella che vi ho raccontato. Ora mi rivolgo direttamente ai vescovi Suetta (diocesi di Ventimiglia e Sanremo) e Borghetti (diocesi di Imperia e Albenga): volete che i “Tizio” d’Italia e del mondo continuino a cacciare i loro figli di casa perché omosessuali o volete combattere affinché questo non avvenga mai più? Non siete voi che ci avete insegnato ad amare il nostro prossimo come noi stessi? Siete contro l’omofobia sì o no?
Non esiste una terza risposta. Se siete contrari all’omofobia (alla bifobia e alla transfobia) allora non mi spiego perché non abbiate risposto al nostro appello a partecipare alla giornata contro l’omofobia organizzata a Sanremo. Vi abbiamo contattato in tutti i modi (e le nuove tecnologie ci permettono di sapere che avete ricevuto e letto i nostri messaggi) ma non ci avete inviato neanche una risposta. Neanche un “ci dispiace siamo impegnati”. La Chiesa Valdese lotta al nostro fianco da anni, la Chiesa Evangelica di Bordighera ci ha perlomeno scritto che (cito) “noi siamo contro ogni tipo di violenza e accettiamo qualsiasi tipo di persona […] ma alla luce della Bibbia non condividiamo perché la coppia che Dio ha creato è uomo e donna”. Non si capisce cosa non condividano, ma perlomeno ci hanno cortesemente risposto.
È doloroso che il silenzio assoluto sia giunto dalla Chiesa Cattolica e, giusto ricordarlo, dalla comunità islamica ligure, ossia dai rappresentanti, nella nostra regione e nella nostra provincia, delle religioni più importanti (perlomeno in termini numerici) al mondo. Peccato, avete perso un’occasione di confronto da cui avremmo tutti potuto imparare qualcosa. Noi, ovviamente, siamo sempre disposti a dialogare, le nostre porte restano sempre aperte. Lo sa bene l’arcivescovo di Palermo, che in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia ha organizzato una veglia di preghiera per superare l’odio nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender.
Marco Antei