intervista - roberto parodi frontalieri 051220
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09:12

“A tre settimane dal Natale c’è poco da far festa. La situazione è molto critica sia in Francia che nel Principato di Monaco”.

Lo dice Roberto Parodi, segretario del Fai (Frontalieri Autonomi Intemeli) riguardo i circa settemila lavoratori italiani che in tempi normali attraversano ogni giorno la frontiera per recarsi nei luoghi di lavoro, soprattutto a Monaco.

“Molte aziende hanno iniziato a licenziare anche nel Principato. Da parte italiana possiamo fare ben poco. Come Fai siamo riusciti a far approvare una legge per consegnare un bonus da 600 euro a coloro che non avevano percepito nulla e non avevano diritto alla cassa integrazione, e per gli stagionali frontalieri che non hanno più lavorato. Purtroppo però stiamo ancora aspettando il decreto attuativo che stenta ad arrivare e di fatto i soldi non sono ancora nelle tasche di chi avrebbe diritto”.

“Nel Principato – dice Parodi – le persone che hanno un contratto di lavoro a tempo indeterminato hanno usufruito del Cttr che è una forma di cassa integrazione pagata dallo Stato monegasco ed è pari all’80% dello stipendio. Però la stragrande maggioranza dei nostri frontalieri sono interinali, stagionali che vengono assunti in occasione di eventi  particolarmente rilevanti, soprattutto il Gran Premio di Formula Uno ma anche il Rally, gli eventi dello Yacht Club, il grande torneo di tennis: tutti loro se non hanno maturato almeno 910 ore di lavoro precedente non hanno alcun diritto e sono veramente tanti che sono rimasti senza lavoro e senza alcun reddito”.

Rispetto a questi problemi, quello dei controlli alla frontiera e le conseguenti code cui sono costretti i nostri lavoratori passa in secondo piano.

“La situazione è molto migliorata – conferma – rispetto ad esempio al 3 giugno quando siamo dovuti intervenire presso l’ambasciata per sciogliere  il nodo delle code anche di 2 ore e mezza. L’unico piccolo problema è che ogni due o tre settimane i gendarmi francesi hanno il cambio in frontiera, arrivano quelli nuovi e all’inizio c’è sempre un po’ più di rigore che poi svanisce. Ora la media dell’attesa è di un quarto d’ora al massimo”.

“Anche se non è pertinente con il mio incarico – spiega Parodi – le confesso che ogni giorno c’è qualcuno che mi chiede se gli italiani possono andare in Francia e viceversa. La risposta è che gli italiani adesso non possono andare in Francia se non per comprovate ragioni di lavoro, salute o studio, almeno sino al 15 dicembre. Quel giorno il presidente Macron parlerà alla Nazione e sapremo se, oltre alle loro regioni, apriranno anche le frontiere”.

E se qualche lavoratore italiano diventasse positivo al Covid mentre è a Monaco, viene preso in cura dal servizio sanitario del principato?

“Anche questo è un tema da affrontare. Adesso la situazione pandemica è migliorata ma sino a qualche settimana fa la seconda ondata aveva colpito anche Monaco – ricorda – e la regola è che se il contagio avviene sul luogo di lavoro si viene presi in carico dalla sanità monegasca con tutta la trafila di tamponi e isolamento e certificati medici con retribuzione garantita al 100%. Se si accerta però che il contagio o il contatto con positivi è avvenuto in territorio italiano deve intervenire la nostra Asl che ha tempi decisamente più lunghi rispetto al Principato, il lavoratore entra ‘in malattia’ con retribuzione ridotta al 50% e con i primi tre giorni non retribuiti. Inoltre va tenuta presente la differenza tra le due nazioni in materia di rientro: in Italia serve il tampone negativo che anche senza sintomi può arrivare anche dopo qualche settimana, a Monaco se dopo 14 giorni non ha sintomi e passano altri tre giorni dove tutto va bene può rientrare al lavoro. Il frontaliere si trova così nella situazione che lo aspettano al lavoro a Monte-Carlo però lui non può uscire di casa se non ha il  tampone negativo, e questo cea un’altra situazione problematica”.

Per fortuna il Principe Alberto ha sempre dimostrato di voler bene ai lavoratori italiani…

“Noi abbiamo un ottimo rapporto con il Presidente del Consiglio nazionale Stéphane Valery– conclude Parodi – così come con il Ministro del Lavoro Didier Gamerdinger e devo dire che tutti, compreso il Consiglio di Stato, si sono adoperati a sostegno dei nostri lavoratori e bisogna solo ringraziarli perchè sono al fianco dei frontalieri”.