Come era facilmente prevedibile, la Francia oggi si risveglia sollevata e pronta a ripartire, seppur con prudenza, dopo gli annunci del suo Primo Ministro Eduard Philippe, ieri pomeriggio dall’Hotel Matignon sua residenza ufficiale a Parigi.
“Enfin libres” è il titolo di questa mattina sulla prima pagina del Nice Matin, e sintetizza perfettamente lo stato d’animo dei nostri vicini di casa dopo la lunga quarantena ai domiciliari.
Questa importante serie di aperture e di fine restrizioni si è resa possibile grazie al deciso trend in calo della curva epidemiologica che si abbassa giorno dopo giorno, costantemente, anche se con altre 66 vittime registrate su tutto l’esagono nella giornata di ieri. Una sola di queste era ricoverata nelle Alpi Marittime mentre nel confinante, ad ovest, dipartimento del Var da quattro giorni ormai non si piangono nuovi decessi.
Capitolo scuole, un argomento che purtroppo in Italia sembra essere passato in secondo piano, dietro le schermaglie politiche sulla data delle elezioni, sulle ordinanze per gli aperitivi e sulla ripresa del campionato di calcio. In Francia possono riaprire praticamente tutte, con classi numericamente ridotte e norme di protezione stringenti, dalla prossima settimana ma non c’è l’obbligo di frequenza. Che tra i genitori vi sia ancora un fondato timore per paura del contagio dei propri figli lo dimostra quello che è successo in una classe delle elementari nel comune de La Trinitè, diecimila abitanti nell’immediato entroterra di Nizza. L’altro ieri un bambino di 10 anni è stato trovato positivo al Covid-19, tutti i suoi compagni di classe e i genitori sono stati posti in quarantena per due settimane ma ieri in tutta la scuola si sono presentati solo tre studenti.
La settimana scorsa, la professoressa di matematica di una classe di liceo nel Principato era stata testata positiva. Tutti i 29 studenti che hanno avuto a che fare con lei sono stati sottoposti a tampone e sono tutti risultati negativi, scongiurando così l’allarme di un possibile cluster a Monaco.