Il recente Festival di Sanremo ha fatto grandi numeri che hanno visto tanti vincitori e una sconfitta a sorpresa: la nostra taggiasca. La nostra oliva, prelibatezza del territorio e delle tavole, che ha subito la concorrenza in casa propria della super pubblicizzata ascolana e dell’olio pugliese.
La Regione Marche si era portata avanti con la partnership tra Camere di Commercio anche se il vero boom era arrivato in sala stampa quando Russell Crowe ha parlato delle olive regalate dal sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, e cucinate dalla chef dell’albergo dove alloggiava. “Perfetto!” ha commentato ricordando un po’ Gerard Depardieu nella reclame di una marca italiana di sughi.
Tra i mezzi più utilizzati per riversarsi a Sanremo, fiumi di persone hanno preso i treni. E sicuramente non sarà passata inosservata la pubblicità – campeggiante nelle stazioni del ponente – di una nota azienda di olio pugliese. Si potrà obiettare che siano accordi nazionali che quindi toccano tutto lo stivale. Così come l’olio calabrese servito nei vagoni ristorante dei Frecciarossa.
Ma veder ‘schiaffato’ l’olio pugliese, avversario nel commercio oleario, proprio nel feudo della taggiasca, sa quantomeno di beffa. Tra l’altro, nell’anno in cui mancava un grande esportatore come Albano Carrisi. Ma il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, ai nostri microfoni ha spiegato: “La taggiasca è forte e non ha bisogno di pubblicità.”
Intanto ci sono volute lunghe battaglie ventennali per ottenere, soltanto qualche mese fa, l’IGP e le modifica del disciplinare dell’olio Riviera Ligure DOP. “Distinguere la produzione ligure dalle altre e valorizzare così il lavoro dei nostri agricoltori” avevano detto trionfanti i vertici della Regione, lo scorso ottobre. Certo un po’ di pubblicità non avrebbe guastato. Invece in mano ad Amadeus è finito il pesto, emblema della Liguria ma non proprio del Ponente.
Unico baluardo sono stati i giovani e le scuole: grazie all’evento organizzato dal Cassini di Sanremo. Tra le eccellenze del territorio, l’istituto Ruffini di Imperia ha consegnato ad Amadeus e Fiorello, l’olio prodotto dalle sezioni di Agroalimentare nei terreni utilizzati come laboratori scolastici. Enti ed aziende, osservate bene: l’esempio arriva dai più giovani.