“Ciak, si gira”: Festival galattico di Sanremo a Stelle e Strisce con Donald Trump ed Elon Musk? Perché no anche la Meloni? Diremo qualcosina di più prima di chiudere l’articolo lasciando spazio all’intervista fatta a Carlo Conti, intrepido, ardito, audace ex pubblico amministratore di Sanremo. Quattro volte eletto a Palazzo Bellevue, una volta vicesindaco, tre volte assessore: Servizi sociali, Lavori pubblici, fine anni ’80 inizio anni ’90 assessore al Turismo. Fede socialista, Craxiano. Sempre in prima linea, poliedrico, si è interessato di parcheggi, porti, trasporti pubblici, raccolta rifiuti, biogas e tanto altro. Collaborato e stimato con imprenditori locali e nazionali come Ghilardi, politici del calibro del sindaco, presidente della Provincia e più volte Ministro della Repubblica Claudio Scajola, solo per fare 2 nomi. Ha navigato con il vento in poppa, affrontato burrasche incredibili, azzardato, centrato successi e pagato anche conti pesanti, a testa alta. Sempre in piedi. Incontrato persone sincere e traditori impensabili, quasi sempre “vicini di casa” creduti onesti consiglieri, invece…
Vista la sua esperienza a Palazzo Bellevue la prima domanda è stata cosa pensa della recente sentenza del Tar Liguria che consente al Comune di Sanremo di poter mettere all’asta l’organizzazione del Festival a partire dal 2026, scadendo nel 2025 la lunghissima esclusiva dell’intera manifestazione canora alla Rai. Secondo quesito chi vincerà, il prossimo 15 febbraio, il 75° Sanremo. Senza esitare Carlo Conti, ex pubblico amministratore di lungo corso, da non confondere con “il bravo presentatore” ed omonimo Carlo Conti tornato quest’anno al timone del Festival Rai ha risposto: “Giorgia, se donna”. Secondo un sondaggio, fatto a caldo appena reso noto da tv, radio, giornali l’intero cast della massima gara canora nazionale, con il 68% a vincere sarebbe invece Massimo Ranieri. Ad azzardarlo onestamente parecchi hanno anche aggiunto di aver scelto Ranieri, “l’usato sicuro”, una brillantissima carriera e già vincitore del Sanremo, non conoscendo abbastanza o addirittura non aver ancora avuto l’occasione di ascoltare canzoni ed altri cantanti ‘big’ dei 30 in gara.
Sulla sentenza del Tar Conti ha idee chiarissime.
1) Il Festival della Canzone è di Sanremo. Non può è non deve essere portato altrove, né in cielo, terra o mare.
2) Sanremo può rinnovare l’esclusiva alla Rai però con condizioni diverse dal passato e presente migliorative per la città, i suoi abitanti, il turismo matuziano e dell’intera Riviera dei fiori. Nel dettaglio ed in sintesi avere più potere decisionale e più soldi. In sostanza una “rivoluzione concordata”. Il sindaco, il consiglio comunale rinnovano l’esclusiva Rai, ma sindaco Mager e Comune devono essere i gestori, scegliere loro l’organizzatore e decidere insieme a lui, come accaduto quando vinsero i Pooh, cosa sia meglio per tutti, a partire dal valore dello spettacolo, l’importanza, la qualità dei partecipanti, degli ospiti, il coinvolgimento della città, la pubblicità, creare un programma di spettacoli, manifestazioni non limitati al boom del Festival e poi a 4-5 altri eventi durante l’anno, ma programmi, intrattenimenti di valore, di pregio per tutti e per tutto l’anno. Una volta trovato l’organizzatore, italiano o straniero, fatto accordi con lui la Rai, che ha l’esclusiva Festival, trovi pure lei una giusta intesa.
3) Il Festival deve rimanere al Teatro Ariston. Una sede diventata museale, sia per Sanremo che per la famiglia Vacchino. “Se serve più spazio – ha detto Conti – lo si può trovare senza cambiare sede. L’Ariston per Sanremo e l’Italia è un po’ come “Alla Scala” per Milano ed il “Bolshoi” di Mosca per la Russia”. Una cosa è certa: un super vincitore del Festival, giustamente, c’è già: Walter Vacchino & family. Hanno dato ed hanno avuto. Perché il Comune non fa una società a tre: Sanremo, Rai, Ariston? Ciak, si gira.
Festival, canzoni, cinema, personaggi, attori, politici, pubblici amministratori, presidenti, personaggi illuminati che dovrebbero guidare il mondo migliorandolo a 360 gradi. A partire da chi ne ha più bisogno, da subito, fermando le guerre, dare dignità, lavoro, un presente ed un futuro non più a parole, ma concretamente a tutti. Un sogno? Sì, ma che deve diventare realtà cominciando a punire concretamente, secondo legge, chi ruba, chi tradisce. Che si chiami Caio o Sempronio. Un’altra idea, visto che Sanremo a Roma ha un senatore, Gianni Berrino, e in Regione tre assessori di peso, Lombardi (Turismo), Piana, Scajola, più diversi consiglieri Cerri, Russo, Ioculano ed altri, soprattutto Berrino e Lombardi, entrambi di FdI, visto che sono dello stesso partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che a sua volta ha stretto amicizia, contatti, sorrisi, strette di mano con Trump e Musk, due nomi pesantissimi, padroni del mondo, non chiede se a qualche network oltre oceano interessi l’asta del Festival? Volare oh, oh, oh, volare! Chi avrebbe detto che nel 1958 Domenico Modugno avrebbe conquistato il mondo proprio grazie al Festival? Visto che parliamo di cinema, di spettacoli diciamolo con James Bond: “Mai dire mai”.
Nel video servizio a inizio articolo l’intervista a Carlo Conti.