Abbiamo chiesto alla psicologa Patrizia Sciolla, fondatrice dell’Associazione Noi4You, come in questo momento di isolamento forzato, per evitare il propagarsi del coronavirus, reagiscono le coppie e le persone in generale.
“È un momento decisamente complicato, sono cambiate le dinamiche, non abbiamo più alcuna valvola di sfogo extra familiare. Non solo le coppie ma anche le famiglie con disabili a carico che non hanno più il supporto delle strutture che prima agevolano lo svolgimento della vita quotidiana, di conseguenza lo stress aumenta in modo esponenziale. Questa esperienza seppur dura, potrebbe rappresentare a livello psicologico un trampolino per fare i conti con quello che nella nostra vita non va bene.
Provare a cambiare ciò che non ci rende felici – prosegue, perché in questi giorni potremmo renderci conto di aver fatto delle scelte sbagliate, che per il quieto vivere ci siamo fatti andare bene, ma facendo i conti non è ciò che desideriamo veramente. È come se ci trovassimo in carcere, come se tutto fosse interrotto, come se fossimo solo noi e le nostre scelte sbagliate. Il problema sorgerà anche con il personale sanitario che in questo momento sta lottando per la sopravvivenza, al termine di questa brutta esperienza saranno molti a presentare disturbi post traumatici.
Il nostro cervello – spiega la dottoressa Sciolla – teme quello che è ignoto e lo tramuta in stato d’angoscia, si crea problemi inesistenti e più risolvibili, perché il fatto di dover stare semplicemente a casa sembra una cosa troppo facile. Il forte stress ci ricorda che abbiamo già affrontato situazioni difficili e che non sembriamo in grado di affrontarle, ma in realtà diventeremo tutti più forti e con una capacità di resilienza inaspettata. Inoltre – conclude – questa situazione ci obbliga ad essere più solidali gli uni con gli altri, ci salveremo solo se rispetteremo il prossimo“.