La provincia di Imperia esce con le ossa rotte, o quasi, dalla tornata elettorale. Affluenza bassissima, come nel resto d’Italia per i referendum sulla giustizia, scarsa per le amministrative e comunque in calo rispetto a cinque anni fa.
18,18% l’afflusso ottenuto per il primo quesito relativo alla legge Severino con Vallebona fanalino di coda a un misero 8,73% di votanti e Bajardo, complice le elezioni amministrative, in testa con il 54,24% anche se oltre il 15% dei votanti ha espresso la propria opinione solo sulle comunali con un 69,64% rispetto al 75,09% di cinque anni fa.
Tra le città più grandi Imperia vince per pochi punti percentuali il ‘derby’ con Sanremo, 15,58% a 14,62%. Numeri che si ripetono, escluso qualche sporadico caso, per tutte le cinque schede rilevando che chi ha votato nella stragrande maggioranza non ha rifiutato alcun quesito referendario. Ciò che emerge è che la provincia ponentina è sotto media rispetto al quasi 21% nazionale e anche al 28% della Liguria.
Detto di Bajardo. Altri tre sono i comuni andati al voto in questa tornata per eleggere il nuovo sindaco: Perinaldo con il 53,26%, e non con l’83% come erroneamente emerso, in calo rispetto al circa 60% di cinque anni fa, Taggia che si ferma al 54,68% contro il 61,99% della tornata precedente e Pornassio con il 59,26%, 53,11% i votanti del 2017, sufficiente per superare il quorum ed eleggere sindaco l’unico candidato in corsa Vittorio Adolfo.