Il candidato della lista ‘100 per cento Sanremo’ a sostegno di Sergio Tommasini Sindaco, Enrico Ingenito, interviene sulle vicine amministrative del 26 maggio con alcune riflessioni:
“La mia decisione di partecipare attivamente ad una campagna elettorale, è maturata con entusiasmo dopo un percorso durato più di due anni, partito dai laboratori di idee e dal confronto costruttivo con i cittadini, per giungere fino alla Candidatura di Sergio Tommasini. La forza di questo progetto politico nasce dall’essere un progetto civico fondato sulla capacità di ascoltare, elaborare idee e proporre soluzioni nell’interesse del territorio.
Nella provincia di Imperia, se osserviamo gli ultimi anni, le candidature sono state espressione di Liste civiche. Questo è successo perché la politica, a livello locale, aveva perso il contatto con il suo territorio, creando di fatto un vuoto. Il vuoto è stato colmato dai movimenti civici e dall’antipolitica, entità opposte sulle quali è bene fare chiarezza.
Sergio Tommasini è espressione appunto di una lista civica che ha saputo rompere gli schemi tradizionali, portando un progetto politico nuovo, concreto e misurabile, fondato su competenze e merito; lo ha fatto con quella sensibilità del territorio che la politica aveva perso. E’ proprio sul progetto civico proposto da Sergio Tommasini che i partiti del centro destra hanno ritrovato la loro unità. E’ vero che uniti si vince ma se manca un progetto politico condiviso, poi non si amministra: le promesse non mantenute di Biancheri ne sono la dimostrazione. Per contro l’antipolitica, in Provincia di Imperia, diventa espressione di una vecchia classe politica che non vuole cambiare lo stato delle cose, manda avanti le sue pedine e si nasconde. Come tattica confonde, discredita i partiti quando conviene, cerca legami trasversali, piazza le sue pedine negli schieramenti e nelle società che mira a controllare. E’ l’antipolitica che ha fatto cadere così in basso la qualità della vita in Sanremo ed ha portato la nostra provincia nelle ultime posizioni delle graduatorie nazionali. Osservando però con attenzione l’antipolitica, questa è facilmente identificabile; non ha un progetto politico definito in un programma, si muove per ambizioni personali e secondo direttrici d’interesse.
Un esempio? E’ sufficiente prendere ad esempio la nota e triste vicenda di Rivieracqua. Il Sindaco Biancheri dice di sostenere l’acqua pubblica solo per raccogliere consenso, perché, di fatto, il risultato delle sue azioni porta su direttrici opposte, quelle dell’interesse privato. Se volesse veramente tutelare l’acqua pubblica, non considererebbe la Società consortile come un carrozzone. Biancheri avrebbe intimato la restituzione dei crediti dovuti dai Comuni, cercando le migliori strategie industriali per renderla più efficiente e, certamente, non avrebbe permesso che il debito si deteriorasse cosi tragicamente senza fare nulla. Di fatto, ad oggi, non è stata intrapresa alcuna efficace strategia per evitare un fallimento che porterebbe tragiche conseguenze con la perdita di oltre 250 posti di lavoro. Il Sindaco Biancheri e la sua amministrazione si giustificano dietro le regole societarie, addossando le responsabilità al passato. Queste sono sole scuse per mascherare il loro fallimento amministrativo: hanno infatti ricevuto una società in attivo ed in 4 anni hanno creato un buco di 23 milioni di euro. E’ drammatico che se ne siano resi conto solo dopo 4 anni e solo dopo che la Corte dei Conti abbia cominciato a far sentire il suo peso. Purtroppo non sto descrivendo solo la mia opinione ma sto citando i fatti e per rendersene conto è sufficiente una semplice lettura dei documenti depositati in tribunale, dalla relazione di certificazione del Dott. Polio fino alla recente lettera del Dirigente provinciale. Questi documenti sono macigni pesantissimi che ben identificano le responsabilità. Il risultato certificato è un fallimento amministrativo, un fallimento nel quale Sanremo paga il prezzo più alto, così come tutte le aziende che hanno lavorato per la società e che oggi si vedrebbero riconosciuti i crediti solo in una minima parte.
L’acqua è un bene strategico primario e deve restare pubblica, dalla parte di Biancheri fino ad oggi ci sono state tante parole e nessuna azione concreta. Ora ci sono però le elezioni provinciali e potremo capirne di più; di certo, ovunque Biancheri si schieri, creerà inevitabilmente malumore all’interno della sua coalizione.”