“Il buonsenso non ha colore“. Questo lo slogan scelto da Giacomo Chiappori per presentarsi e chiedere, alle elezioni comunali dell’8-9 giugno prossimo, il voto ai cittadini di San Bartolomeo al Mare e diventare il loro nuovo sindaco. Da sempre bossiano doc, amico fraterno del “senatur” Umberto Bossi, vero ed unico motore della Lega, Chiappori, temperamento focoso, determinato, coraggioso ha un curriculum politico-amministrativo di prim’ordine. La sua carriera, tra i fondatori del partito, è ricca di successi, qualche delusione, tanti incarichi importanti, solo per citarne alcuni tra i più significativi sia a livello nazionale che locale, quelli di senatore della Repubblica e di sindaco di due Comuni diversi della provincia di Imperia: Villa Faraldi, prima, Diano Marina per più mandati, sino a poco più di un anno fa.
Ora per le amministrative desidera il tris, vincere le elezioni anche a San Bartolomeo al Mare. Si presenta con la lista civica “A Gonfie Vele” anche se il primo grande amore della Lega, come ama ripetere, “non si scorda mai”. Giacomo Chiappori, da buon conoscitore del turismo avendo ricoperto anche importanti presidendenze a livello internazionale, sapendo che “il buon giorno si vede dal mattino e che la pubblicità è l’anima del commercio”, oltre un programma semplice, “ma necessario per vivere meglio tutti”, soprattutto che può trasformarsi in realtà se si lavora seriamente, non il solito bla, bla, bla, ha scelto un simbolo accattivante: una barca ottima per pescare o per fare quattro remate turistiche d’estate che ha invece dei classici alberi e della vela un bell’ulivo. In un colpo solo i due simboli della Riviera, il colore del mare e l’ulivo ricchezza dell’entroterra contadina imperiese e simbolo della Dieta Mediterranea.
“Pensavo – ha dichiarato Chiappori nell’intervista – di aver chiuso con la pubblica amministrazione, a convincermi del contrario è stato invece e soprattutto un carissimo amico, Umberto Salvatico, una persona veramente per bene, andato anche lui in pensione da poco, ex comandante della caserma dei Carabinieri di Diano Marina. Insieme abbiamo deciso di provarci, con altre persone che conosciamo e che, soprattutto possono bene amministrare abbiamo deciso di presentarci”.
Tre le liste che si affronteranno. Tutte civiche. L’esperienza di Chiappori è notevole, ma anche i due competitor, come in tutte le elezioni, hanno delle chances. “Ne sono convinto – ha detto Chiappori – come sempre auspico che, nell’interesse della collettività, vinca il migliore. Noi, quando indossiamo la veste di pubblici amministratori, non dobbiamo mai avere interessi personali. Dobbiamo sapere che amministriamo denaro pubblico e che abbiamo il sacro dovere di non sciuparlo, ma di farlo rendere per la collettività molto di più del nostro”.
Giacomo Chiappori è un personaggio sanguigno, quello che pensa dice. Apertamente, senza preamboli. Ha avuto anche qualche incidente di percorso, quando si ricoprono certe cariche ci sono gli amici veri, ma i nemici, o meglio i giuda, sono molti, molti di più. Accade ovunque, non solo in politica, da quando il mondo è mondo. Alla domanda cosa ne pensi di Matteo Salvini? È bastato guardarlo negli occhi, il giudizio verbale è stato superfluo.
Giacomo Chiappori mentre rispondeva, mi ha ricordato, senza esagerare però, nel bene e nel male, un personaggio di Emilio Salgari che ha radici nell’estremo ponente della Riviera dei fiori: il Corsaro Nero. Diventato nel 1976 anche un film di successo con Kabir Bedi, regia di Sergio Sollima. Il Comune di Ventimiglia al Corsaro Nero ha anche dedicato, pochi anni fa, un bel monumento proprio in centro città che guarda il mare, fotografatissimo da residenti e turisti. Ad ispirare Salgari si dice fossero alcuni scritti ed antichi documenti che riguardavano un signorotto di Ventimiglia, nome vero Emilio di Roccanera, molto legato ai Savoia. Il nome? Il condizionale è d’obbligo. Il cognome è certo Lascaris, nome, forse, Enrico? I rampolli di quei nobili erano infatti diversi, uno aveva combattuto nelle Fiandre. L’altro, Emilio, probabile Corsaro Nero nella fantasia di Salgari, corsaro gentiluomo, amante del mare, degli oceani, che assaltava le navi cariche d’oro tra le isole della Tortuga, nei Caraibi, a Maracaibo, comandante del galeone “Folgore”, alla Robin Hood dei mari: rubava ai ricchi dell’Europa per darle ai poveri. Tutto questo, se vero, accadeva 424 anni fa!
L’intervista completa a Giacomo Chiappori nel video servizio a inizio articolo.