40 anni dopo la prima volta, i Duran Duran entrano nell’Ariston, accolti da un ovazione dalla Sala Stampa del Festival di Sanremo 2025. Quello fra la storica band britannica e la città dei Fiori (ma potremmo dire in generale l’Italia) è un amore che negli anni non si è affievolito a quanto pare. Sono ben cinque le volte che che il quartetto capitanato da Simon Le Bon si è esibito al Festival.

Sono tante le domande al quale il gruppo di Birmingham ha risposto, ripercorrendo un epopea, ma rispondendo anche riguardo temi attuali.

40 anni dopo la vostra prima volta a Sanremo cosa significa la performance di Sanremo? Perché gli italiani vi amano?

“Ci abbiamo pensato molto ma non abbiamo ancora avuto una risposta. Dopo 40 anni, a noi piace quello che facciamo. Penso sempre che quando decidiamo di andare da qualche parte portiamo con noi un amica, che la gioia Le persone amano la gioia sul paco. meritano di divertirsi. Si è detto che noi siamo qui dopo 40 anni. Essendo la quinta volta la possiamo chiamare la città ‘Duranremo’.”

In che modo quell’epoca è attuale? Grazie a voi?

“Noi eravamo pazzi la prima volta eravamo si famosi ma non ancora così tanto. Stavamo diventando grandi in Italia e la gente comincia ava a volerci bene. C’era uno stuolo di ragazzine e ragazzini in motorino che ci seguivano impazziti. Ricordo che il conduttore è Pippo Baudo. Sanremo ha un po’ sempre questa atmosfera 70-80. Non ricordo quando cominciò ad assumer questa caratteristica, ma ricordo che gli artisti, le band,, c’è un atmosfera interessante che si alimento. Penso che il Sanremo odierno sia interessante ora come lo era negli anni 80 e questo non può che renderci felici.”

Cosa è cambiato fa di voi in questi 40 anni e come si dura così tanto?

La nostra longevità dipende da essenzialmente 4 fattori. 1) Da musicisti adoriamo la musica che facciamo e pensiamo che non ci sia nessuno che riesca a are una musica come la facciamo noi 4 assieme. 2) ridiamo e ci divertiamo. 3 Ci dividiamo equamente i soldi e quindi questo non provoca stress. 4) Credo che Simon volesse parlare di Chimica. I giorni delle band e dei gruppi ormai siano quasi al tramonto. Nessun gruppo oggi ha l’impatto che abbiamo avuto noi. Dovete tenere presente che c’era questo tipo dia atteggiamento, queto grande amore per ala musica e noie eravamo in questo sono uguali. Lavoravamo per cercare di migliorarci.”

La vostra qualità musicale è stata sottovalutata. Oggi un brano strumentale come ‘Tel Aviv’ come vi suona?

“Da artisti possiamo dire che ci sono altri che elaborano più materiale di quanto non facciamo o abbiamo fatto noi in passato. Chi produce un disco all’anno. Noi preferiamo prenderci del tempo. Certo a volte un po’ più del necessario. Questo ci rende orgogliosi di quanto fatto. Non credo dipenda da noi giudicare cosa abbiano pensato i rappresentanti dei media o i nostri fan. Ma noi, poso dirlo, abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio. Per quanto riguarda i pian futuri. Bisogna tenere in considerazione che Tel Aviv è un brano del 1980. All’epoca non sapevamo quanto potesse essere un precursore o essere adatto ad oggi. aveva un testo inizialmente, poi abbiamo deciso di toglierlo.”

Spesso i ragazzi preferiscono oggi la musica americana rispetto a quella britannica negli anni 80. Secondo voi perché?

“Una combinazione ha determinato questo cambiamento. L’avvento dell’Hip Pop in America ha cambiato le cose, i gusti, il modo di ballare, il ritmo che il pubblico ha iniziato ad amare. Questo poi è arrivato in Europa e in Italia in un secondo momento. Bisogna dire che l’Italia non è un eccezione. Gli USA ci hanno inculcato nella testa 34/7 i loro generi e i loro modo di far musica. Detto questo ci sono moltissimi grandi artisti britannici al giorno d’oggi. C’è anche il fattore di Internet, che ha cambiato molte cose, aprendo anche ad altri artisti di altre nazionalità.

Ci sono degli artisti italiani che vi piacciono o che ammirate?

“Sono un grande fan dei Maneskin – dice Simon – dovreste essere fieri di questo gruppo. Sono davvero fantastici.”

Avrete a breve un Tour

È la prima volta che facciamo questo tipo di tour da molto tempo. Il Circo Massimo è una sede meravigliosa. Ci farà molto piacere essere a Bari ed a Milano. Abbiamo organizzato molte soprese, che come tali, non possiamo svelarvi. In questo tour più vasto a livello europeo, inseriremo dei pezzi nuovi ma anche dei pezzi che fanno parte delle primissime fasi della loro carriera.”

La Musica non ha perso un pochino di anima senza il supporto fisico e con l’avvento di internet?

“Domanda interessante. Nessuno di noi poteva prevedere un cambiamento così grande, che ha cambiato i gusti di non solo una generazione. non parlo solo dei prodotti fisici, ma del fatto che un ragazzino può ascoltare centinaia di migliaia di pezzi da scaricare. Questo fa bene alla musica. Non è mai successo e questa possibilità alla gente di avere accesso alla musica fa bene e paradossalmente fa bene a chi produce ancora album. produrre album vuol dire dedicarsi alle copertine, renderle più artistiche ad esempio. Il fatto che i giovani scarichino al musica, rende la musica interamente disponibile, indipendentemente dall’età della produzione. questo gioca a anche a nostra favore. Anche noi in questo dobbiamo la nostra longevità. Che sia vinile, disco o internet, è il segno del cambiamento.
Vorremmo però che vi fissaste una cosa nella mente. Esiste già il primo brano musicale prodotto a un IA. Ci capiterà ascoltare una musica creata da macchine piuttosto che ad un uomo. Nel regno unito si è già dato il permesso alle aziende il permesso di poter “Rubare” e grattare stili, testi, sonorità, senza possibilità di un corrispettivo per l’artista ispiratore. Dovremmo alzarci e mostrare dissenso tutti per questa cosa, a meno che non vogliamo che le canzoni che ascolteremo siano interamente fatte da una macchina piuttosto che un uomo”.