rolando mager elezioni sanremo

Dopo lunghi mesi di una strana, incerta, inedita ed affollatissima campagna elettorale, a pochi giorni dal ballottaggio, che si terrà domenica 23 e lunedì 24 giugno tra i 2 candidati più votati, entrambi ottimi professionisti, l’avvocato Alessandro Mager (lista N.1) e l’ingegnere Giovanni Rolando (lista N.2), a Sanremo si teme il rischio di una nuova grave epidemia: l’astensionismo al voto o, come dicono inglesi e tedeschi, l’abstention voting e l’enthalungsvotum. Incredibile, ma vero. Rolando, che si presenta con i 4 partiti del centro destra più 2 liste civiche, ha un vantaggio di 10 punti sul competitor Mager, rappresentante di 4 liste civiche. Ai ballottaggi, si sa, si riparte da zero, tutto o niente può cambiare. È una roulette. L’epidemia dell’astensionismo all’ombra di San Siro invece è una certezza. Ricordate Agatha Christie, la regina del giallo: “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”? Nella città del festival, dei fiori e dell’azzardo i tre indizi di Agatha ci sono tutti.

Nella foto Agatha Christie

Primo indizio. Forse il più inquietante per Mager e Rolando per vincere Palazzo Bellevue e l’ambita poltronissima di sindaco di Matutia è l’interrogativo sul numero di quanti uomini e donne, giovani ed anziani andranno a votare. Crescerà ulteriormente la forbice tra chi si presenterà ai seggi e chi invece li diserterà per la seconda volta nel giro di 15 giorni? Ventimila 488 sono tanti. Questo è infatti il numero dei sanremesi delusi dalla politica, dai partiti, da chi ha amministrato che, per protesta, ha detto “No” al voto. Quasi la metà degli aventi diritto, esattamente il 45,21% ha disertato i seggi. Un mezzo esercito che ha preferito rimanere a casa, andare al mare, nell’entroterra, curare il giardino, il terrazzo, mettere ordine negli armadi, tirare fuori costumi, calzoni corti, riporre in naftalina capi autunno-inverno, leggere un libro. Le comunali di 5 anni fa, che per la seconda volta avevano consegnato le chiavi della città a Biancheri, era stato migliore: 62,6%.

Secondo indizio. La marea dei 400 candidati, le 16 liste in gara, centinaia di loro familiari che, elettoralmente, aimè, in troppi hanno fatto clamorosamente fiasco prendendo addirittura 1, 3, 9, 20 voti nonostante la promessa di decine di conoscenti, vicini di casa, amici, colleghi, persino parenti che avevano anche giurato loro che li avrebbero votati e fatti votare pure da altri, sabato e domenica prossima come si comporteranno? Lasciando da parte i Giuda del terzo millennio, i 400 candidati & family, visto la Waterloo dell’adesione e dei voti ottenuti di fronte alle valanghe di slogan, aperitivi, pizze, bandiere, caffè offerti e consumati al bar, nelle piazze, show musicali, strette di mano, sorrisi, programmi, promesse, interviste, confronti, dibattiti nei teatri, nei vicoli, all’aperto, al chiuso, nelle periferie, nelle aree sportive, in cielo, terra e mare, insomma ovunque, chi addirittura aprendo la porta di casa o, i più fortunati il garage per parcheggiare auto, scooter, bici, pattini elettrici ha anche temuto di trovarvi qualcuno che gli offriva l’ennesimo santino o stampato in un clima che spesso ricordava, senza offesa per nessuno, Totò ed il suo “Vota Antonio-Vota Antonio La Trippa”, cosa faranno? Torneranno, almeno loro, tutti compatti a votare? I numeri alla fine aumenteranno o continueranno invece a calare. Molti, non è un mistero, i più delusi, ma sopra tutto chi pensando di poter mettere un numero più consistente di voti sulla bilancia avrebbe potuto ottenere legittimamente qualche vantaggio o chi sperava di incassare, illegittimamente, qualche miglioria ventilata o premessa da qualcuno, dai soliti ciarlatani disonesti è probabilissimo, è meglio per tutti, che sparisca.

totò
Nella foto Totò, nel film “Gli onorevoli” (1963)

Terzo indizio. La verità è venuta a galla. A Sanremo, come per mezza Italia e in altri Paesi, vinca o governi la destra, il centro, la sinistra, bianchi, rossi, neri, indipendenti veri o fasulli, civici o robot si è persa la fiducia. In chi guida, decide, legifera. Crescono delusione, impotenza, interrogativi nei confronti di chi già occupa posti di comando (salvo eccezioni), di chi è pronto a sostituirli e relativi sponsor più o meno occulti. Solo la Costituzione regge ancora, ma si sta rischiando grosso perché, partendo da Roma, non tutti coloro che sono stati eletti per amministrare la “res publica”, la cosa pubblica, il popolo, nel migliore dei modi con assoluta onestà, capacità, professionalità, trasparenza, umanità nell’esclusivo e totale interesse della collettività non lo sta facendo. “Dignità e Onore” due parole guida della nostra Costituzione non si sa più dove siano finite. Troppo spesso sembrano cancellate. Scema sempre di più la fiducia al voto. Si scrive Caio nella scheda, poi per giochi, alleanze, astruse ed inaccettabili alchimie ecco la terza prova di Agatha Christie: vince Sempronio.

Forse aveva ragione Corrado Guzzanti quando diceva: “Se i politici non rappresentano più gli elettori, cambiamoli questi benedetti elettori”. 

Corrado Guzzanti
Nella foto Corrado Guzzanti