Ad Imperia l’opposizione è allo sbando. Pochi, divisi e accecati dall’opportunismo politico.
Mentre Scajola attraversa un momento difficile schiacciato tra il caso Bergaminelli e i terrazzini imperiesi – che hanno suscitato più clamore di quello di Romeo e Giulietta – l’opposizione, al posto di approfittarne in maniera adeguata, ha optato per l’autoflagellazione.
Partiamo dal gruppo di Imperia senza padroni che ha candidato come sindaco Luciano Zarbano.
La sua vicenda ha dell’incredibile: prima sedotto e abbandonato da Fratelli d’Italia, recentemente era emerso un nuovo flirt estivo, durato però qualche ora con il tonante chiarimento della partita che, senza rigiri di parola, ha affermato di non volerlo.
In risposta a questo atteggiamento schizofrenico del partito della Presidente del Consiglio Meloni, Zarbano aveva deciso di candidarsi con una sua lista civica totalmente in alternativa a Scajola. Dopo una campagna elettorale accesa nei contenuti, il suo gruppo consiliare ha ottenuto due seggi: uno per sé e uno per Silvia Mameli.
La consigliera, da subito, si è dichiarata insofferente all’asse che si è costruito tra Luciano Zarbano e il candidato della sinistra Ivan Bracco. Facendo così dividere il gruppo di Imperia senza padroni tra chi sostiene l’operato di Zarbano e chi l’azione della Mameli.
Come si dice in questi casi: se Atene piange, Sparta non ride. A sinistra le cose non vanno certamente meglio.
Dal consiglio comunale di lunedì sera, coloro che fanno parte storicamente del Partito Democratico imperiese, diviso in due frange tra i rappresentanti di Bonaccini da una parte e i rappresentanti della Schlein d’altra, non hanno più alcun rappresentante all’interno dell’emiciclo, dopo l’uscita della consigliera Amoretti.
Ad oggi il gruppo consiliare è composto da Edoardo Verda e Debora Bellotti che si sono iscritti al PD 24 ore prima della presentazione delle liste, provenendo dall’Imperia al Centro dell’ex candidato sindaco Guido Abbo. Schieramento che continua a prendere posizioni pubbliche sulle tematiche della città di Imperia.
La candidatura di Laura Amoretti è stata sostenuta da molti dirigenti di primo piano del Partito Democratico. Anche loro sedotti e abbandonati con un atto di opportunismo politico degno della Prima Repubblica, commesso da chi diceva di voler rappresentare il nuovo e invece sa tanto di stantio.
Veniamo ora a Ivan Bracco, candidato del centro sinistra a Imperia con una sua lista civica denominata Imperia rinasce. Lui: l’uomo che ha indagato più volte Scajola in qualità di funzionario di polizia, ora è uno dei maggiori oppositori dello stesso in consiglio comunale.
Da mesi si dice che sta studiando come lanciare un’OPA, non si sa se ostile o meno, al Partito Democratico imperiese con l’obiettivo di dare un taglio giustizialista alla linea dei Dem.
In tutto questo ovviamente ce n’è anche per la compagine di Enrico Lauretti, tacciata di azioni, a dir poco, morbide esercitate nei primi mesi di opposizione. Mentre i socialisti locali (Imperia di tutti Imperia per tutti), in mattinata, avevano risposto duramente al comunicato di Lucio Sardi (Alleanza Verdi e Sinistra) ricordando che “per i ruoli che ricoprivano e le aree politiche che rappresentano, troviamo improbabile e bizzarra la stretta convergenza tra Zarbano, Sardi e Bracco“.
Insomma un quadro desolante in cui Scajola può tranquillamente dormire sogni sereni.