Il sindaco di Taggia, Mario Conio, interviene con un messaggio sui suoi social a seguito delle dimissioni del consigliere di Progetto Comune, Jacopo Siffredi. “Ho appreso con rammarico la notizia”, commenta il primo cittadino. “Conosco Jacopo da quando è nato, e sono legato alla sua famiglia da un’amicizia duratura. Lo reputo un bravo ragazzo con forti ideali”.
“Ritengo indispensabile chiarire, semmai ce ne fosse bisogno, la mia posizione personale in merito a questa storia. Partiamo dall’antefatto. In data 23 gennaio 2025 il gruppo consiliare Progettiamo il Futuro, inviava alle testate giornalistiche un comunicato stampa“, ricorda Conio, sulla richiesta di convocazione di un consiglio comunale straordinario per discutere dell’inagibilità del campo Sclavi di Arma.
“Il gruppo Progetto Comune, rappresentato nel parlamentino cittadino da Jacopo Siffredi, firmatario anche lui inizialmente della richiesta (firma poi ritirata), veniva associato, in maniera forse furbesca da parte del gruppo consiliare Progettiamo il Futuro, ad alcuni commenti che ho ritenuto diffamatori e altamente lesivi della mia dignità”, spiega il sindaco.
“Mi preme riassumerli: quando si dice che la Giunta e il sindaco Conio non hanno più richiesto alla società XXX srl, la messa a norma dell’impianto o la corresponsione dei 300.000 euro stabiliti, si afferma una sonora menzogna in quanto la società stessa ha versato nelle casse comunali non soltanto i € 300.000 riportati, ma un ammontare totale di circa € 495.000 quali oneri per un’operazione edilizia. Cosa ancor più grave, è che i consiglieri del gruppo Progettiamo il Futuro ne erano ben consapevoli, e ciò nonostante, per loro giochi di bassa politica, mi hanno diffamato, mentendo sapendo di mentire”, sottolinea il primo cittadino. “Che fossero consapevoli che la società avesse già versato completamente quanto dovuto è provato dal fatto che erano in possesso di tutte le pezze giustificative relative ai pagamenti effettuati da tale società, avendole richieste con accesso ufficiale all’amministrazione comunale”.
“Evidentemente, tali dichiarazioni mi hanno profondamente ferito, ancor di più perché provenienti da un ragazzo la cui famiglia ho sempre considerato con amicizia e stima”, afferma il sindaco Conio. “Proprio per amicizia e stima nei confronti del padre, mi sembrava corretto avvertirlo personalmente che era mia intenzione tutelare l’onorabilità della mia persona nelle sedi opportune; e che mi riservavo quindi la facoltà di denunciare chi mi aveva diffamato. A tale telefonata, che ritengo di cortesia, fatta da un padre a un padre, succedeva una chiamata di Jacopo alla quale prospettavo tutta la mia amarezza. Lo stesso mi rispondeva dichiarando di non essere a conoscenza di questi aspetti, e di non aver partecipato al comunicato stampa, ma che la sua volontà fosse solo quella di discutere della pratica in consiglio comunale. Seguiva nei giorni successivi una telefonata con il responsabile politico del movimento rappresentato da Jacopo, al quale chiedevo una rettifica sui giornali e comunque gli comunicavo che in ogni caso non era mia intenzione procedere nei confronti del ragazzo che avevo percepito fosse stato, ahimè, strumentalizzato da qualcuno”.
“In ultimo, mi dispiace dover dire che, probabilmente, Jacopo è stato vittima di inesperienza, ma anche di un modo di fare politica che, invece del confronto sui temi, cerca soltanto di delegittimare l’avversario, con argomenti falsi e diffamatori. Il vero responsabile di questa vicenda è chi, forse senza il suo consenso, ha utilizzato l’immagine e il buon nome di Jacopo per condividere atti lesivi della mia persona, della giunta comunale e del nostro operato amministrativo. Prendo atto delle dimissioni di Jacopo con grande dispiacere, convinto che avrà in futuro modo di continuare a rappresentare i suoi ideali attraverso l’attività politica e, spero, amministrativa”, conclude Conio.
La nota di Alleanza Verdi e Sinistra Imperia
Sull’episodio è intervenuta anche Alleanza Verdi e Sinistra Imperia con una nota stampa.
“La vicenda delle dimissioni del giovane consigliere comunale di Taggia Jacopo Siffredi, merita un approfondimento perché e emblematica di come un certo tipo di politica si riveli respingente o meglio nemica delle giovani generazioni. Ora che è chiaro che le dimissioni di Siffredi non sono state frutto di una libera scelta politica ma sono state causate dalle forme di pressione esercitate nei suoi confronti dal sindaco di Taggia, che oggi cerca di giustificarsi con curiosi attestati di ‘stima’ e vicinanza con la famiglia di Jacopo, è possibile esprimere un giudizio completo sulla vicenda.
In una provincia in cui si assiste ad una granitica gestione del potere delle amministrazioni locali da parte della stessa parte politica in cui il ruolo delle giovani generazioni risulta relegato a quello di testimonianza, perché privo di un reale protagonismo e autonomia, il fatto che si sia costretto alle dimissioni uno dei pochi giovani presenti nelle istituzioni locali con il ruolo di rappresentanza di una forza alternativa di opposizione è un pessimo segnale.
Un amministratore responsabile e attento, a differenza di quanto ha fatto il sindaco Conio che ha cercato di giustificare le pesanti pressioni esercitate nei confronti di Siffredi, avrebbe evitato di usare la propria forza e potere nei confronti di un giovane che aveva il diritto di esercitare il proprio ruolo istituzionale senza essere sottoposto a quelle forme di intimidazioni e condizionamenti che già troppo inquinano la politica locale.
Il metodo paternalistico del sindaco Conio che ha ritenuto opportuno ‘avvertire’ dell’intenzione di muovere querela contro Jacopo contattando il padre, è la perfetta dimostrazione di come non si volesse riconoscere a un consigliere evidentemente ritenuto ‘troppo giovane’, la piena legittimazione politica per il ruolo che gli elettori gli avevano affidato.
A Jacopo più che la dovuta solidarietà politica e umana per la complessa vicenda che lo ha coinvolto e per la sofferta decisione di rinunciare a proseguire il suo mandato in consiglio comunale a Taggia, ci sentiamo di chiedere di usare questa inquietante vicenda per maturare la decisione di rilanciare il suo impegno politico nelle altre forme che riterrà opportune e per dare il segnale che per i giovani, fare politica deve diventare una meta raggiungibile e non un luogo lontano, inaccessibile e deputato solo a un certo tipo di politica che non sa rappresentare le esigenze delle nuove generazioni e vorrebbe confrontarcisi da una presunta condizione di superiorità”.