Nella sala Rodolfo Falchi del Palazzo del Parco di Diano Marina è possibile ammirare le opere degli artisti Piero Gilardi e Pino Pinelli nella mostra ‘Facoltà plastiche‘.
Il progetto vuol essere un tributo a due dei massimi movimenti nazionali, ma di rilevanza internazionale, l’arte povera e la pittura analitica, attraverso le ricerche dei due artisti. Un omaggio a due grandi rappresentanti del percepito che, grazie alla loro ricerca, sono riusciti a determinare, influenzando e contaminando, svariate successive ricerche artistiche contemporanee.
La mostra
La percezione e la risultanza, quale binomio tra l’aspetto plastico, a volte scultoreo, e l’aspetto estetico, interagiscono nelle ricerche del figurativo Gilardi e dell’aniconico Pinelli. Com’è esemplificativo nel titolo della mostra, Piero Gilardi e Pino Pinelli hanno in comune la volontà di andare al di là della superficie bidimensionale, oltrepassando così la tradizionale illusione ottica per ottenere un”irreale realtà’.
Le parole del curatore
“Questa mostra è una bi-personale di due maestri del secolo scorso e non solo. La parola chiave è innovazione; sono due artisti che a distanza di sessant’ anni dalle loro prime opere ancora adesso sono all’avanguardia e più passa il tempo più ci si rende conto della loro grandezza”, ha commentato ai nostri microfoni il curatore della mostra, Francesco Civiero.
Piero Gilardi
Le opere di Gilardi, i cosiddetti ‘tappeti-natura’, sono frammenti di ambienti naturali riprodotti intagliando un materiale innovativo e mai prima utilizzato in arte come il poliuretano espanso. L’artista, venuto a mancare pochi giorni fa, già dal 1965 stravolge le regole consolidate della pittura e della scultura, anticipando le tensioni ecologiche che percorrono la società fin dagli albori dell’era post-industriale e che appartengono oramai alla quotidianità.
Gilardi concepisce l’arte come una missione, mosso dalla certezza che essa possa migliorare la nostra relazione con l’ambiente, contribuendo così ad una progressiva trasformazione di una società ormai assuefatta dalla logica dei consumi e dal progresso tecnologico. La facoltà plastica, quale simulacro della natura non più reale ma oramai apparente, porta Gilardi all’utilizzo del poliuretano espanso, materiale inorganico derivato dal petrolio, per la rappresentazione degli elementi della natura, immergendo l’astante all’interno di un museo delle scienze naturali come se fosse in una galleria archeologica.
Pino Pinelli
La pittura di Pinelli abita l’ambiente e crea legami con lo spazio. Ogni elemento dell’opera diventa un frammento di colore che con grande energia si dispone secondo movimenti e traiettorie volte a rigenerare l’ambiente circostante. Ha fortemente sentito e ricercato la lezione di Fontana e, per certi versi, anche da precedenti artisti che operavano già circa dieci anni prima nell’ambito della disseminazione, con una ricerca di frantumazione e dislocazione dell’elemento sulla parete.
Si cimenta nella sua individuale analisi della forma, tanto da assumere un aspetto quasi scultoreo e plastico. La matericità, le vibrazioni cromatiche e l’aspetto plastico scultoreo forniscono alla ricerca di Pinelli l’unità di confronto, che, pur non essendo rappresentata in forma figurativa, trova un ulteriore denominatore comune con la ricerca di Gilardi, il tutto tramite volumi che si proiettano verso l’astante.
Informazioni
La mostra è presentata dall’assessorato per i Beni e le Attività Culturali del Comune di Diano Marina in collaborazione con la Civiero Art Gallery e la Ticinese Art Gallery di Milano.
“Ringrazio il sindaco Cristiano Za Garibaldi e l’assessore alla Cultura Sabrina Messico perché portano avanti questa proficua collaborazione per presentare grandi maestri italiani e internazionali“, ha concluso il curatore.
La mostra è visitabile da 18 marzo al 16 aprile, tutti i giorni dalle 16:00 alle 19:00; domenica e festivi su appuntamento.
L’intervista completa a Francesco Civiero e le immagini della mostra nel video-servizio a inizio articolo.