Firmato il nuovo dpcm per contenere la seconda ondata di contagi Covid-19. Ancora una volta si punta il dito contro la movida, ma al momento è stato deciso di mettere da parte il coprifuoco alle 22.00 come inizialmente ipotizzato e come accade in altri paesi europei.
Non mancano però nuove restrizioni per quanto riguarda bar e ristoranti. Confermata la chiusura a mezzanotte, i locali dovranno esporre il numero massimo di persone che possono ospitare, tavoli da non più di sei persone e stop alle bevute in piedi dopo le 21. Una serie di normative che fanno anche presupporre maggiori e più serrati controlli nelle prossime settimane.
Ne abbiamo parlato con Andrea Di Baldassare, imprenditore e presidente sanremese della Confcommercio e vice presidente provinciale della Fipe.
“In parte eravamo già abituati a questo tipo di restrizioni,” commenta. “Spesso si punta il dito contro gli imprenditori dando la colpa a loro di questa situazione. Preferirebbero sentirsi dire ‘chiudete, il governo vi aiuta’. Così non è, quindi se a volte questi imprenditori sono borderline non è per far soldi, ma per pagare le spese. Sarà difficile lavorare in queste condizioni.”
Rimane infatti un problema, per molti locali, la chiusura a mezzanotte. Restano inoltre i timori per un nuovo inasprimento delle norme se la situazione sanitaria dovesse continuare a peggiorare.
“La maggior parte dei locali serali fanno la maggior parte dell’incasso dalle 22.00 alle 2.00 di notte. Il danno sarà quindi enorme. La chiusura alle 22.00 sarebbe insostenibile, non riuscirebbero più a lavorare neanche i ristoranti. Il governo deve muoversi e aiutare le imprese,” spiega Di Baldassare che poi aggiunge una riflessione: “Sarebbe più corretto, per le aziende e anche per la problematica del Covid, lasciare aperti i locali. Si manterrebbero così delle zone di controllo. Le persone che non rispettano le regole continueranno a non farlo creando delle zone fantasma dove si incontreranno senza la possibilità di controlli.”