Singolare protesta ieri, presso la casa circondariale di Valle Armea a Sanremo, di un detenuto straniero, nordafricano che ha posto in essere una manifestazione di protesta salendo sul tetto del penitenziario.
Come spiega Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “ieri un detenuto, alla chiusura dei passeggi, si è improvvisamente arrampicato fino ad arrivare sul muro sovrastante i passeggi. L’uomo, già protagonista di analoghi ed altri eventi critici durante la detenzione, non solo a Sanremo, voleva parlare con il magistrato per essere trasferito. Intervenuta immediatamente la Polizia Penitenziaria, mentre non è stato necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco, comunque allertati. La situazione si è fortunatamente risolta: il detenuto in questione è sceso dal tetto, grazie all’interlocuzione con la Polizia Penitenziaria presente”. Tristaino evidenzia “la grande professionalità e le capacità operative dimostrate dal collega che coordinava i colleghi presenti, tenuto conto che né il direttore né il comandante di reparto erano presenti. Ed un grande plauso va ai poliziotti penitenziari, trattenuto in servizio per quasi 12 ore continuative di lavoro”.
“Si sono vissuti momenti di grande tensione, ma sono stati gestiti al meglio dal personale in servizio di Polizia Penitenziaria”, evidenzia il segretario generale Donato Capece, il quale evidenzia come la protesta del detenuto salito sul tetto del carcere di Sanremo è “sintomatica del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia restano costanti, a tutto danno dello stress correlato delle donne e degli uomini del Corpo”.
“Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, prosegue il leader del SAPPE. Capece sollecita “provvedimenti urgenti” e ricorda che giovedì scorso ha incontrato a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni: “Nessuna indulgenza verso chi aggredisce i nostri poliziotti. In questo senso va nella giusta direzione il nuovo Decreto Sicurezza del Governo, là dove prevede proprio un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere”. Capece ricorda di avere espresso nei giorni scorsi “apprezzamento anche per l’impegno assunto dal Ministro della Giustizia Carlo Nordio e dal suo omologo albanese Ulsi Manja che consentirà il trasferimento, presso gli istituti di pena del Paese d’origine, dei 1.940 detenuti albanesi ad oggi ristretti nelle carceri italiane” ed auspica “che analoghi accordi vengano assunti con i Paesi che hanno un alto numero di loro connazionali tra i detenuti in Italia, ovvero Romania, Nigeria, Tunisia e Marocco, Paese di cui è originario il detenuto protagonista della protesta nel carcere di Sanremo”.