È stato ufficialmente depositato questa mattina, presso il tribunale di Imperia, il piano di ristrutturazione del debito di Rivieracqua. Pochi minuti più tardi la conferenza stampa convocata ad hoc per relazionare su quanto fatto.
“È un piano di cui siamo molto orgogliosi – ha detto ai cronisti presenti il presidente della società consortile Gian Alberto Mangiante. Ci siamo fortemente impegnati affinché potessimo mantenere quanto detto in precedenza ovvero il pagamento a tutti i creditori entro tre anni e mezzo nonostante le turbolenze che si stanno verificando con la guerra russo ucraina. Anzi abbiamo migliorato perché ora il piano prevede un pagamento entro il 30 giugno 2023 a seguito dell’apporto finanziario del socio privato. Il territorio imperiese ha già sofferto troppo per la situazione di Rivieracqua e meritava un occhio di riguardo nella predisposizione del piano”.
Oltre a quanto fatto oggi Rivieracqua depositerà martedì un’istanza di sblocco dei fondi per pagare oltre 1,5 milioni di euro ai fornitori strategici: “È un aspetto estremamente importante – ha sottolineato il presidente. Chiederemo al giudice di poter pagare una parte di fornitori strategici per la gestione commerciale di Rivieracqua”.
Altro tema cruciale quello del cosiddetto acquedotto Roja bis per il quale sono in arrivo 27 milioni dal Pnrr. In merito all’argomento Mangiante ha spiegato: “Abbiamo fatto un importante incontro in settimana quadrando il perimetro dell’intervento. Rivieracqua da soggetto attuatore non disperderà neanche l’iva su tutto l’appalto. Ha vinto il territorio”.
Ad affiancare il presidente il membro del consiglio d’amministrazione Giacomo Chiappori: “Abbiamo forgiato questo ferro, abbiamo raggiunto un risultato importante e Rivieracqua è stata riconosciuta come soggetto attuatore quindi arriveranno i 27 milioni e mezzo. Adesso dobbiamo soltanto fare la gara e quella safena tra Imperia e Diano Marina verrà messa apposto. Un po’ di tempo è stato perso, ma c’era sempre qualche problema”.
In una giornata sicuramente positiva per le sorti dell’acqua nell’imperiese, Chiappori ha comunque fatto un appunto finale ai sindaci del territorio in merito all’ingresso del socio privato: “Si sarebbe potuto mettere mano al portafoglio e con gli utili avere altri servizi. Il privato, logicamente, deve fare utile per sé. Non c’è stato verso, ora speriamo in un socio privato adeguato che avrà una porzione tra il 30 e il 49%”.