In merito alle stime diffuse da Istat negli ultimi giorni sui conti economici territoriali per il 2017, quelle semi-definitive per il 2018 e quelle preliminari per il 2019, Regione Liguria sottolinea che nel 2019, anno in cui si registra una situazione di stagnazione economica diffusa in tutto il Paese, il dato di crescita del PIL per abitante in Liguria segna un +1,38%, crescita più elevata di tutte le regioni settentrionali e superiore alla media nazionale. Genova si conferma dopo Milano la città con il più elevato valore aggiunto per abitante nel Nord Ovest. La componente del lavoro irregolare in Liguria rimane al di sotto del dato nazionale che registra un 4,9% e abbastanza allineato con il Nord Ovest (4,4% in Liguria come in Valle d’Aosta e 4% in Piemonte).
In merito all’elaborazione resa nota dalla Cgil, Regione Liguria osserva che non tiene in debita considerazione il crollo del Ponte Morandi, che ha pesantemente condizionato l’economia regionale: la Liguria è rimasta tagliata in due e il deficit infrastrutturale ha inciso pesantemente sull’operatività del sistema economico regionale che tanto dipende dal funzionamento dell’hub portuale. L’impatto sul Pil avrebbe potuto essere ben superiore in termini negativi se non si fossero assunte tutte le misure che hanno permesso un sia pur parziale recupero delle attività economiche.
Nel quadro attuale il Recovery Plan rappresenta indubbiamente una grande occasione di sviluppo. In assenza di un coinvolgimento delle regioni da parte del Governo la Liguria ha messo sul piatto tutte le esigenze provenienti dal territorio, in attesa di capire se e come la voce che arriva dagli enti periferici verrà ascoltata per la definizione della proposta dell’Italia a Bruxelles.