Incontrato a ridosso del palco di San Costanzo nella Pigna di Sanremo, impegnato a misurare la temperatura dei presenti e a fornire gel igienizzante, il dottor Giuseppe Ferrea, ‘Pino’ per tutti gli amici, torna sull’esperienza vissuta in prima linea nel corso del picco epidemico del coronavirus.
“Riguardo quel periodo – spiega – voglio dire due cose. La prima è che ho vissuto una situazione davvero drammatica che abbiamo dovuto affrontare a Sanremo come in tutta Italia. Basta un solo dato che è quello della rianimazione: siamo passati da uno a quattro reparti. Io che ero in pensione ho risposto presente sin da subito all’appello e alla richiesta di dare una mano in ospedale. Ho sofferto tantissimo a vedere queste persone che morivano, che non ce la facevano a resistere al contagio”.
“La seconda cosa – dice Ferrea – che mi è rimasta impressa è la grande solidarietà da parte di tutti che abbiamo ricevuto dalla gente a casa. Forniture di acqua, di materiale utile, cibo, una volta sono arrivate trenta pizze, non sapevamo neppure chi ce l’avesse mandate ma eravamo tutti emozionati per questi gesti. In sintesi, è stata un’esperienza davvero drammatica ma che ha avuto riscontri positivi dal punto di vista umano”.
Dottor Ferrea, come ci dobbiamo comportare in questa fase?
“Come ci stiamo comportando, seguendo cioè le direttive del Governo. Non bisogna abbassare la guardia: adesso va molto ma molto meglio rispetto a prima ma il pericolo del contagio non è ancora azzerato. Basta vedere quello che sta succedendo in certe parti del mondo per rendersi conto che questa guerra non è ancora stata vinta definitivamente”.