Nelle calde alture di Apricale oggi il sole non da tregua. Gli ulivi argentati pazientano immobili in attesa di una brezza mentre la terra stessa pare bollire. Un cartello sulla strada ci guida da Davide Maggio, iscritto ad AGIA Cia Imperia, la cui storia calca il prezioso sentiero dei tanti giovani che stanno scegliendo di tornare alla terra dedicandosi al nostro splendido territorio.
Davide parte da lontano, dalla cucina che lo ha portato un po’ in giro per il mondo. Ma poi un cambio di vita gli fa riscoprire questi terrazzamenti, abbandonati da anni e quasi irriconoscibili. Da qui l’idea con la propria compagna di recuperare gli orti del suocero e di tornare a quel legame essenziale col suolo.
Dopo soli tre anni e mezzo si stenta a credere nell’abbandono di questa terra: ovunque i colori vivaci dei frutti di bosco, degli ortaggi e del frutteto si fanno notare, ma non sono soli. L’attività di Davide infatti non è legata solo alla coltivazione, ma anche all’allevamento dell’ape nera del Ponente Ligure, specie autoctona che pian piano sta venendo recuperata ora anche presidio Slow Food.
Ciò che più colpisce è l’armonia che è stata creata in questo appezzamento: api e colture convivono in coesione, il fiore delle seconde alimenta le prime in un circolo naturale senza tempo. Un angolo di entroterra risanato dall’abbandono che punta la rotta per una possibile valorizzazione.
Perché qui il territorio è aspro e difficile, ma come ci racconta Davide: “É una vita appagante nello spirito, perché tutto ciò che nasce, cresce proviene dalle tue mani. Poi quando piano piano tramite mio suocero ho conosciuto il mondo delle api, è diventata una gioia, una passione”.