La professoressa di Bordighera Mara Lorenzi, che durante la sua vita professionale negli Stati Uniti si è occupata di ricerca sul diabete ed è stata per molti anni direttrice di un laboratorio di ricerca ad Harvard, interviene con una nota stampa per fare chiarezza sul virus SARS-CoV-2 e sui vaccini.
“Voci scientifiche autorevoli ci dicono che siamo ad un punto delicatissimo della sfida contro SARS-CoV-2, il virus che causa il COVID-19. Poiché saranno le scelte fatte da noi cittadini a determinare in buona parte l’esito della sfida, è essenziale che le informazioni su cui baseremo le nostre scelte siano accurate. Mi permetto perciò di argomentare su due affermazioni che sono comparse in questi giorni su diverse testate, e di offrire una prospettiva sulla vaccinazione.
Prima puntualizzazione. Un vaccino RNA (quali sono i vaccini Pfizer-BioNTech e Moderna usati ad oggi nella campagna vaccinale) non può causare “modifiche al patrimonio genetico, sia in noi che nei nostri figli”. Quando iniettato, l’RNA incapsulato in nanoparticelle di grasso che gli permettono di attraversare la membrana delle nostre cellule, arriva nel citoplasma dove è situata la grande fabbrica delle proteine cellulari. L’RNA del vaccino si ferma lì per un certo periodo (poi viene distrutto), e usa la fabbrica per produrre la proteina Spike del coronavirus. Le cellule del sistema immunitario si accorgono che la proteina prodotta è “straniera”, e – usando i meccanismi che attivano in risposta a qualsiasi infezione – iniziano a produrre anticorpi e a creare altre difese che l’organismo userà se e quando si imbatterà nel coronavirus. Quindi il vaccino RNA non interferirà in alcun modo con il patrimonio genetico dell’individuo.
Seconda puntualizzazione. Le mutazioni di SARS-CoV-2 note ad oggi non rendono inutile la vaccinazione. Per due motivi. Primo, SARS-CoV-2 è un virus RNA che muta molto meno di altri virus RNA quali quello dell’influenza. Ad esempio, la variante “Inglese” chiamata B.1.1.7 differisce per soli 9 dei 1270 aminoacidi che costituiscono la proteina Spike codificata dal vaccino Pfizer. Secondo, il nostro sistema immunitario genera molte varietà di anticorpi diversi contro una proteina straniera. Perciò, quand’anche fossimo contagiati da un SARS-CoV-2 con qualche mutazione nella proteina Spike, se ci saremo vaccinati avremo prodotto una grande varietà di anticorpi e avremo un buon livello di protezione.
Ma a questo punto diventa importante accelerare la vaccinazione. Perché’ il virus circola ancora in modo vivace, e dopo molti mesi di mutazioni funzionalmente irrilevanti sta mostrando la capacità di mutazioni complesse, quali nella variante Inglese che sembra rendere il virus più capace di infettare. Se si permette al virus di continuare a circolare e replicarsi, aumentano le probabilità di mutazioni. Che probabilmente aumenteranno ancora quando il virus sentirà la necessità di evolversi per reagire alla crescente immunità della popolazione vaccinata.
La parola d’ordine è dunque limitare al massimo la circolazione del virus nei prossimi mesi. Questo succederà mantenendo attivi i meccanismi di protezione personale e le restrizioni sociali, e soprattutto assicurando una vaccinazione rapida ed estesa. A questo fine, Stato e Regioni hanno la responsabilità di preparare un cronoprogramma e un’impeccabile organizzazione logistica; noi cittadini abbiamo la responsabilità di documentarci bene e tenere in considerazione il valore collettivo e solidale della decisione di essere vaccinati”.