“La Liguria per la seconda settimana consecutiva ha dati compatibili con il passaggio da fascia arancione a fascia gialla, pertanto, come mi ha confermato oggi il ministro Speranza, il passaggio avverrà alle 00:00 di lunedì, con l’eccezione delle restrizioni previste attualmente per i distretti di Ventimiglia e Sanremo“. Lo ha detto il presidente Giovanni Toti nella conferenza stampa di aggiornamento sulla situazione Covid in Liguria. “L’incidenza è in lieve aumento in questi giorni come nel resto d’Italia, ma continua il progressivo calo dei ricoveri – ha detto ancora – ciò fa supporre che la campagna vaccinale, anche se cominciata da poco, sta già producendo effetti significativi. Siamo al 65% di somministrazioni rispetto ai vaccini consegnati: questo avviene perché stiamo per il momento soltanto accumulando i vaccini AstraZeneca che cominceranno a essere somministrati la settimana prossima. Siamo ben sopra il 70% per i vaccini Pfizer e Moderna. Potremo usare l’AstraZeneca, notizia di poche ore fa, anche per i vulnerabili che verranno censiti attraverso i medici di famiglia”.
“La proposta di passaporto vaccinale mi sembra opportuna – ha concluso – è bene sapere chi è stato messo in sicurezza. Io mi sarei spinto anche oltre e avrei previsto l’ obbligatorietà del vaccino per alcune categorie”.
Filippo Ansaldi, responsabile prevenzione di Alisa: “Il Report 41 che definisce il quadro epidemiologico della nostra regione ha indicatori da zona gialla come il precedente Report 40, quindi secondo le norme scattano automaticamente le regole da zona gialla. Gli indicatori di trasmissione sono in lieve diminuzione, l’RT osservato è 0,94 con un intervallo inferiore di confidenza a 0,98. La pressione sugli ospedali è sotto la soglia di attenzione. L’incidenza invece, che fino alla settimana scorsa era in lieve ma costante calo, negli ultimi giorni ha ripreso a salire seguendo il trend nazionale. In Liguria l’aumento però è trainato quasi esclusivamente dall’estremo ponente.
Il piano di vaccinazione che sta partendo dipende dai vaccini che riceviamo. Programmazione non facile alla luce dei continui cambiamenti: in 9 giorni sono arrivate 12 modifiche di consegne. Stiamo terminando la fase 1 stretta: in questo momento abbiamo in parallelo la fase 1 allargata (operatori sanitari e comunità che non rientrano nelle RSA ma in cui abbiamo osservato un pesante impatto del virus) e la fase 1 che riguarda gli over 80 che prevediamo terminerà agli inizi di maggio. Verso la fine di aprile sarà possibile cominciare la prenotazione delle categorie ultrafragili. La fase 3 partirà a breve con le categorie prioritarie individuate dai documenti di indirizzo del Ministero: personale docente e non docente, forze armate e di polizia, personale polizia dei penitenziari e detenuti, polizia locale, protezione civile, uffici giudiziari, luoghi di comunità e altri servizi essenziali. Il personale docente e non docente dal 9 marzo dovrà rivolgersi al proprio medico, così come la polizia locale e gli appartenenti agli uffici giudiziari mentre gli appartenenti ai corpi di polizia dovranno rivolgersi a loro referenti interni perché, in base a interlocuzioni in corso con le prefetture, la vaccinazione verrà effettuata per la maggior parte all’interno dei corpi stessi. Siamo in attesa di chiarimenti dal Ministero perché vengano meglio individuate le altre categorie essenziali. È previsto che i medici di medicina generale provvedano anche alla vaccinazione dei vulnerabili dai 18 ai 65 anni; successivamente si occuperanno anche degli altri 18-65enni che non senza specifici fattori di rischio. Lunedì 8 ci saranno le prove generali per il sistema informatico e da martedì 9 potranno cominciare le prenotazioni in base alla quale sarà predisposta l’agenda delle vaccinazioni.
La circolare del Ministero arrivata il 23 ha precisato che il vaccino AstraZeneca può essere somministrato anche ai soggetti tra i 55 e 65, o meglio è raccomandato tra i 18 e i 65 anni e ai soggetti vulnerabili. Attualmente la raccomandazione non si estende ai soggetti estremamente vulnerabili (o ultravulnerabili)”.
Barbara Rebesco, responsabile regionale logistica vaccinazione anticovid: “Il totale delle dosi di vaccini del tipo mRNA consegnate al 31 marzo saranno 315.560 e 80.100 saranno le AstraZeneca se, i programmi di consegna saranno rispettate. Il nostro posizionamento nel report dei vaccini è basso, intorno al 65% dei vaccini somministrati, ma alla fine di febbraio abbiamo in scorta 40mila dosi di AstraZeneca che aumentano la percentuale di dosi da somministrare. Da verifiche inoltre abbiamo visto che deve essere completata la consegna dati all’anagrafe nazionale vaccini da alcuni centri. La politica della regione è stata garantire la sicurezza, quindi sempre garantito le scorte necessarie per la seconda dose: i ritardi frequenti delle consegne in questo mese, peraltro, confermano la necessità di conservare le scorte, soprattutto per i vaccini a mRNA che chiedono un intervallo ravvicinato tra la prima e la seconda dose. Pfizer in una comunicazione ufficiale ha ribadito la necessità di conservare scorte adeguate. La struttura commissariale, inoltre, ha ancora puntualizzato che non sono consentite forniture al di fuori dei canali ministeriali. Per quanto riguarda gli anticorpi monoclonali, Aifa ha predisposto il registro per la selezione dei pazienti eleggibili in base ai criteri stabiliti da Aifa e ISS. La gestione sarà centralizzata, Alisa si occuperà della procedura di allestimento; la somministrazione, che avverrà in ospedale ha una durata che varia (a seconda dei farmaci utilizzati) da un’ora a 15 minuti ed è necesssario un periodo di osservazione di un’ora. Auspichiamo che in tempi molto brevi siano disponibili le dosi dei farmaci”.
Angelo Gratarola, responsabile dipartimento regionale emergenza urgenza: “La settimana che si chiude oggi è sovrapponibile alla precedente. Nonostante l’aumento di incidenza a livello nazionale e la situazione nell’estremo ponente, e un lieve aumento in tutta la regione, negli ospedali continua una lenta diminuzione dei ricoveri. I ricoverati in terapia intensiva diminuiscono più lentamente perché sono malati più complessi, che tendono alla cronicizzazione. Neanche la variante inglese, che è diventata rilevante in tutta Italia come in Liguria, non ha generato per ora una maggiore pressione ospedaliera. I punti di pronto soccorso stanno tornando progressivamente a gestire un maggior numero di pazienti non covid”.
Matteo Bassetti, responsabile clinica malattie infettive San Martino: “Il reparto del San Martino è un po’ più pieno rispetto alla settimana scorsa, ma è cambiata la tipologia dei ricoveri: azzerata la provenienza da rsa, un risultato che si deve alle vaccinazioni. Si è parlato di un’età media più bassa dei ricoverati dovuta alla variante inglese, ma nel nostro reparto, nonostante sia transitata una percentuale maggiore di pazienti affetti da questa variante (intorno al 25%) si è mantenuta età media delle settimane scorse. È stato pubblicato sul sito di Agenas il protocollo nazionale per la gestione dei pazienti covid in ambito ospedaliero: l’ossatura del protocollo è stata redatta in Liguria. Il protocollo classifica i malati in quattro categorie (lieve, moderata, grave, molto grave) in base alle quali decidere quando il paziente deve andare in ospedale e in che grado di intensità. Uno strumento molto utile ora che arriva la terza ondata”.