Da lunedì la Liguria sarà in fascia arancione. Siamo particolarmente soddisfatti che le misure mirate adottate sull’estremo ponente, in particolare sui distretti sociosanitari 1 ventimigliese e 2 sanremese della Asl1, stiano dando importanti risultati in termini di contenimento del contagio. I dati della provincia di Imperia risultano allineati a quelli del resto della Liguria: per questo, con la decadenza dell’ordinanza in vigore, da lunedì anche in quel territorio saranno applicate le misure della zona arancione, come nel resto della Liguria, con il 100% di didattica a distanza per le scuole superiori ancora per qualche giorno, in modo da capire come cambia la curva dell’incidenza nella fascia di età 13-19 anni. Nell’estremo ponente potranno quindi tornare in classe i più piccoli delle scuole elementari e medie”. Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Sanità Giovanni Toti, che ha fatto il punto questa sera sull’emergenza coronavirus.

“Rispetteremo ovviamente le misure adottate dal governo – prosegue Toti – ma il passaggio in fascia arancione per la Liguria è stata decisa dal governo “in base all’esame dei dati di due settimane fa, quando il nostro Rt era di poco superiore a 1 e la curva nel ponente era molto più alta rispetto ad oggi. Infatti questa settimana i nostri dati relativi ai contagi sono più bassi rispetto a quelli che hanno determinato il passaggio in zona arancione. Non registriamo neppure una particolare pressione sui nostri ospedali né una particolare recrudescenza dovuta alle varianti che hanno raggiunto circa il 50% della diffusione sul territorio. In particolare, oggi registriamo 2 ricoveri ospedalieri in meno rispetto a ieri: data la situazione delle regioni intorno alla nostra, credo francamente – afferma Toti – che sia un risultato di tenuta del sistema particolarmente importante e significativo, segno che il turnover dei posti letto e i tempi di degenza sono significativamente migliorati grazie anche al lavoro dei dipartimenti interaziendali regionali (diar) di malattie infettive e dell’emergenza-urgenza”.

Per quanto riguarda i dati relativi alla mortalità da Covid-19, il presidente della Regione ha evidenziato che “il trend della Liguria si conferma più basso rispetto a quello nazionale. Oggi sono stati registrati 9 decessi, di cui sono 5 nelle ultime 24 ore. Questo è anche frutto della campagna di vaccinazione che stiamo portando avanti con determinazione”. In particolare, “oggi sono stati somministrati circa 6mila vaccini – prosegue Toti – di cui circa 1000 (969) del vaccino Astrazeneca. Raggiungiamo così i 30mila vaccini somministrati alla settimana, passando con qualche giorno d’anticipo alla fase 2 di implementazione delle vaccinazioni”. L’assessore alla Sanità ha poi aggiunto che “siamo arrivati al 77% di vaccini somministrati su quelli consegnati e siamo tra le regioni più virtuose per vaccini somministrati sulla popolazione residente: in Liguria le prime dosi sono state somministrate al 7,91% della popolazione ligure (7,22% media italiana); il ciclo completo (prima e seconda dose) è stato somministrato al 3,45% della popolazione (3,08% media italiana)”.

I NUMERI DELLE PRENOTAZIONI

Dosi prenotate attraverso medici di medicina generale: 50mila dosi prenotate in Liguria che saranno somministrate a partire da lunedì nelle sedi vaccinali individuate dalle Asl.

Di queste: 21.460 relative al personale scolastico; 23.764 relative a persone ‘vulnerabili’; 3.865 relativi a personale delle categorie prioritarie (uffici giudiziari, protezione civile, forze dell’ordine, vigili del fuoco). “Al di là di qualche polemica forse eccessiva il sistema sta funzionando – ha affermato Toti. – I medici di medicina generale, che ringrazio, hanno anche individuato e segnalato alle Asl per effettuare la vaccinazione: 10.381 persone ‘estremamente vulnerabili’ e 4.468 persone da vaccinare al domicilio in quanto non deambulanti”.

Filippo Ansaldi, subcommissario Alisa con funzioni di tutela della prevenzione, di coordinamento, presidio e monitoraggio delle emergenze sanitarie: “Il report numero 43 cataloga la nostra regione in area arancione. La curva di incidenza delle ultime cinque settimane osserva un andamento piuttosto stabile, con un lieve aumento nelle scorse settimane mentre nella settimana che sta terminando si rileva una lieve diminuzione. Il dato forse più eclatante è rappresentato dall’incidenza, cioè il numero di nuovi casi nell’ estremo ponente ligure: in Asl 1 nell’ultima settimana si è registrato un brusco calo e oggi l’incidenza è sovrapponibile a quella regionale. Non ci sono particolari segnali di attenzione che ci fanno preoccupare, il quadro è abbastanza omogeneo.

In Asl 1 si è osservata una netta diminuzione dell’incidenza nel distretto di Ventimiglia e Sanremo, in quello di Imperia invece un ulteriore calo probabilmente per un effetto riflesso. Per quel che riguarda il report numero 43, sarà sottoposto per la valutazione del rischio alla riunione della Cabina di regia che avverrà domani. Le capacità di monitoraggio e la capacità di accertamento rimangono entro valori assolutamente superiori alla soglia e significa che nella nostra regione la capacità di tracciamento è buona così come la capacità di accertamento diagnostico. Si osserva un aumento degli indici di trasmissione del virus: chiaramente stiamo facendo riferimento non alla settimana che termina oggi ma alla settimana precedente. Addirittura il parametro RT viene calcolato su un dato di 17 giorni fa, quando l’RT era superiore a 1 (1,13) con un intervallo di confidenza da 1,08 a 1,18. Riguardo all’andamento dell’RT negli ultimi tre mesi, abbiamo osservato un trend sempre molto vicino a 1, grazie al meccanismo di controllo determinato dalle misure di distanziamento fisico. Abbiamo pertanto un rischio complessivo moderato, in scenario di tipo 2, quindi un RT superiore a zero che ci colloca in zona arancione. Complessivamente la situazione è molto fluida: l’invito è sempre rivolto a rispettare le norme al fine di evitare un’impennata dell’RT”.

Direttore generale di Liguria Digitale Enrico Castanini: “Per quanto riguarda le vaccinazioni degli over80, abbiamo proseguito nella riprogrammazione degli appuntamenti che erano calendarizzati dopo la fine di maggio. Questo lavoro è stato completato nelle Asl1, Asl2 e Asl4, è quasi completo in Asl3 dove tuttavia alcuni specialisti hanno consigliato ai propri assistiti che hanno avuto il Covid di aspettare qualche settimana in più, nonostante le nostre telefonate. In Asl5 risulta il 10% circa di over80 prenotati dopo il 31 maggio: si tratta 613 persone che riprogrammeremo rapidamente.

In merito alle prenotazioni effettuate da parte dei medici di medicina generale dalle 14 di martedì scorso ad oggi, abbiamo superato le 50mila prenotazioni andate a buon fine. Il sistema sta funzionando. Voglio anche tranquillizzare rispetto ai timori di ‘overbooking” manifestati da parte di alcuni medici di famiglia, in particolare in relazione ai primi giorni di somministrazione: per il primo giorno di somministrazione, lunedì prossimo, in nessuna delle sedi vaccinali messe a disposizione dalle Asl si arriva a 280 prenotazioni al giorno (140 al mattino e altrettante al pomeriggio), che è il numero massimo consentito dal sistema. Nelle diverse sedi, il numero di cittadini prenotati per il 15 marzo varia tra 42 e 192. Inoltre, grazie ad un’implementazione del sistema, già da ieri il medico di base può vedere la lista giornaliera per ciascuna sede delle prenotazioni fatte da lui e dagli altri medici, dei quali, per motivi di privacy, non può vedere nomi e dati dei pazienti”.

Angelo Gratarola, responsabile Diar Emergenza-urgenza e direttore della struttura di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Policlinico San Martino: “Si chiude una settimana un pochino più complicata delle altre perché, come era prevedibile, l’aumento della circolazione virale, che poi in qualche modo è quella che ha portato all’aumento dell’Rt, ha generato anche un aumento di richiesta di ospedalizzazione di media intensità e anche in terapia intensiva. Prevalentemente questo è nato nei due distretti di Ponente, cioè di Ventimiglia e di Sanremo. L’aumento è legato al cluster, alle varianti e al fatto che la Liguria non ha confini impermeabili, con attorno regioni praticamente tutte rosse. Come avevamo già preannunciato venerdì scorso, l’aumento dei ricoveri è avvenuto, ma in misura più contenuta, perché le restrizioni adottate con le ordinanze, in modo chirurgico, hanno attenuato sicuramente l’effetto sugli ospedali. Inoltre il fatto che abbiamo comunque un’organizzazione ospedaliera ormai rodata da un anno permette di assorbire movimenti in termini di richieste, anche da parte delle altre Asl o degli altri ospedali. Non dimentichiamo poi che la vaccinazione ha tagliato la parte più vulnerabile, gli ottantenni, che sono sostanzialmente quelli che necessitavano maggiormente di ricovero ospedaliero e di terapie intensive: abbassando l’età media abbiamo persone infette ma più attrezzate, con minore comorbidità e che rispondono quindi meglio alla malattia. Non abbiamo mai superato la soglia di rispetto indicata dal ministero del 40% per la media intensità e siamo stati a cavallo del 30% per la terapia intensiva. Ritengo che questa buona gestione dei posti letto in tutta la Regione, con un mutuo sostegno tra Asl e ospedali, abbia portato addirittura a poter dare una mano all’Abruzzo, con piccolo contributo: questa sera infatti arriverà al Policlinico San Martino un paziente proveniente da Pescara”.

Matteo Bassetti, responsabile Diar malattie infettive e direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale Policlinico San Martino: “Si chiude una settimana sicuramente più impegnativa rispetto alle precedenti, con un’occupazione dei posti letto maggiore rispetto a quello che avveniva prima, ma abbiamo assistito anche ad un turnover più veloce, in grado abbassare la degenza media dei nostri pazienti di oltre il 30% e ciò significa poter accogliere più pazienti. Ringrazio il personale medico ed infermieristico che lavora nei reparti di Malattie Infettive, che da più di un anno continua a lavorare ininterrottamente.

Il secondo punto riguarda le varianti: anche noi, adesso, ci siamo fatti una certa esperienza sulle varianti visto che più o meno il 50% dei nostri pazienti attualmente ricoverati ha la variante inglese. Posso affermare, con ragionevole certezza, che non c’è nessuna differenza nel soccorso clinico di chi ha la variante inglese rispetto a chi ha il ceppo selvaggio. La durata di ospedalizzazione e la gravità dei sintomi di chi ha le varianti è la stessa di chi non ce l’ha.

Il terzo punto è quello relativo all’età media dei ricoveri. In Liguria non abbiamo visto scendere in maniera significativa l’età media dei ricoveri, che si attesta sempre su un’età media intorno ai 65-67 anni. Abbiamo visto qualche ricovero di persona più giovane, ma affetta da grave comorbidità. Permane quindi il trend che avevamo visto sia nella prima che nella seconda ondata. La Liguria va meglio perché abbiamo saputo rinforzare gli argini.

L’ultimo messaggio è che lunedì prossimo avremo una riunione del Diar per partire con gli anticorpi monoclonali, che dovrebbero arrivare in Liguria già da mercoledì, in numero di circa 80 dosi, equamente distribuite. Credo che questo costituirà un’ulteriore opportunità per i nostri pazienti positivi al Covid di poter avere anche questa possibilità di trattamento”.