Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 12 settembre, un incendio devastante è divampato sulle alture di Costa d’Oneglia, nell’imperiese. Due famiglie sono state evacuate ed ingenti sono, soprattutto, i danni alle aziende agricole. «Alla luce di quanto accaduto torna di attualità il problema della disponibilità di acqua, per il quale chiediamo alla Regione di potenziare, nei prossimi Psr, i fondi previsti per i consorzi irrigui – commenta Stefano Roggerone, presidente di Cia Imperia -. In questo modo, le imprese avrebbero la possibilità di realizzare veri e propri acquedotti utili non solo, come è ovvio, ad una migliore irrigazione dei campi, ma anche a contrastare gli incendi, facilitando l’intervento dei vigili del fuoco. Va poi rivisto il sistema di monitoraggio, tenendo in maggiore considerazione le specificità dei singoli territori nel determinare le più efficaci azioni da intraprendere per ridurre il rischio di incendi».
«Sono cinque le attività investite dalle fiamme, almeno duecento gli alberi di ulivo distrutti, e i danni ammontano a 10mila euro per quanto riguarda la mancata produzione di quest’anno, ai quali andranno aggiunti i costi per il necessario abbattimento delle piante danneggiate», è lo sconfortante bilancio tracciato da Christian Gastaldi, presidente regionale di Agia, l’associazione che riunisce i giovani coltivatori aderenti a Cia.
Gastaldi, produttore olivicolo, è tra quanti hanno subito danni in prima persona: «Perché è stato revocato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi? Settembre è notoriamente un mese a rischio, dato che le piogge sono scarse e il terreno è secco a causa delle poche precipitazioni cadute in estate. Se il fuoco è stato arginato, è merito soprattutto del lavoro di prevenzione fatto in azienda, e in particolare della strada che noi stessi avevamo tracciato nei campi ed è servita ai pompieri per portarsi il più vicino possibile all’incendio, e domarlo. A ulteriore dimostrazione di quanto l’agricoltura sia importante anche per quanto riguarda la tutela del territorio e dell’incolumità pubblica»