Gli esponenti di Liguria Popolare Sergio Tommasini e Graziano Correnti si esprimono così sulla situazione dei balneari.
“Le nuove restrizioni nazionali proibiscono anche le attività di manutenzione e preparazione dei lidi. Questo è quanto si legge dal decreto del 22 marzo. Nonostante il decreto non citi in modo chiaro gli stabilimenti balneari nell’elenco delle attività produttive la sistemazione delle spiagge non sarebbe permessa. Ci sono già verbali e denunce in Emilia Romagna in tal senso. I titolari degli stabilimenti balneari avevano già assunto un atteggiamento responsabile e chiuso le attività. Anche quelle di manutenzione. Perché rispettosi della richiesta di restare a casa.
Nell’ultimo decreto ci sono nuove strette. Gli stabilimenti non sono citati ma ci sono blocchi di vari settori. Infatti il provvedimento sospende le attività di cantiere edile, tinteggiatura, intonacatura e “altri lavori di completamento e finitura degli edifici”, compresi quelli non specializzati.
Rientrano in questa formulazione? I gestori e i pochi dipendenti possono fare attività manutentiva in preparazione all’apertura? I gestori devono prendere contatto con la Capitaneria Porto per capire come interpretare la norma? Pensiamo che un piccolo trattore che prepara la spiaggia crei danno alla comunità? Essendo la norma interpretabile aspettiamoci comportamenti diversi da comune a comune.
Pare comunque che il DPCM del 22 marzo vieti tali attività. Già con le restrizioni dell’11 marzo la chiusura di bar e ristoranti era stata imposta. Oggi le restrizioni proseguono sino a dopo Pasqua.
Per gli imprenditori del settore l’incognita più grande riguarda la partenza della stagione balneare. Questa stagione sarà già difficile e conterà importanti perdite economiche.
Troviamo il modo, in sicurezza, di lasciarli lavorare per essere pronti alla prossima eventuale ripartenza stagionale. Facciamo un appello comune al governo per sensibilizzare la loro situazione”.