Riviera Time ha oggi intervistato il consigliere provinciale, esponente locale del Partito Democratico, Enrico Ioculano all’indomani dell’annuncio del presidente della Liguria Giovanni Toti sulla volontà di anticipare la riapertura di parrucchieri, estetisti e tatuatori, rispetto alle intenzioni del Governo.
Già da una settimana la nostra Regione, a seguito di un’ordinanza, ha introdotto una serie di misure che lasciano maggiori libertà. Disposizioni che per il resto d’Italia entreranno in vigore solo dopodomani, lunedì 4 maggio.
Tra le principali misure si sono la possibilità di uscire per una passeggiata, di allontanarsi da casa per far sport e la possibilità per bar e ristoranti di vendere cibo e bevande ‘take away’.
Qualcuno l’ha definita la guerra tra Governo e regioni. Sicuramente il tutto sta creando non poca confusione e diversi dubbi tra i cittadini e i commercianti.
“I dati sull’epidemia in corso in Liguria non sono buoni. Nell’ultima settimana abbiamo avuto un mantenimento dei contagi. Ogni mille tamponi fatti in Calabria ci sono cinque positivi; in Liguria ogni 1000 test sono invece 140 i positivi. Leggendo uno studio sul Corriere della Sera la Liguria, come altre regioni tra cui Piemonte e Lombardia, si troverebbe ancora nella fase 1. Se altre regioni possono permettersi una riapertura più rapida, noi forse non ce lo possiamo consentire. Per questo tanti amministratori stanno chiedendo alla Regione di rivedere le proprie posizioni, mantenendo una dovuta cautela. La paura degli amministratori, che conoscono il proprio territorio, è che tra qualche settimana si possa riproporre un nuovo lock down,” commenta Ioculano, firmatario insieme a un’ottantina di sindaci di una lettera aperta al governatore Toti visibile QUI.
“Su alcuni provvedimenti io ho espresso la mia condivisione: come quello per la cura dell’orto o per la ripartenza dei piccoli lavori di edilizia. Attenzione però a fare passi più lunghi della gamba. Se andiamo a vedere in questi giorni le nostre città vediamo come ci sia un sacco di gente in giro,” aggiunge Ioculano.
“Ieri – prosegue – il sindaco di Bari, Antonio Decaro, presidente di ANCI, l’associazione che riunisce gli oltre 8mila comuni italiani, ha chiesto ai presidenti di regione di essere uniformi. Di dialogare e seguire il Governo per arrivare a un’armonizzazione dei propri decreti.”
Come fare allora perché ormai da due mesi non vede un euro e non ha ancora ricevuto gli aiuti del Governo? “I soldi dei decreti devono arrivare alle famiglie e alle attività. Non è possibile che non sia ancora arrivata la cassa integrazione a molti, così come i 600 euro. Sono cose di cui sentiamo parlare da giorni, ma che devono essere semplificate. Qui il problema è il ‘sistema Paese’ che deve cominciare a funzionare, la responsabilità non è di una persona.”
Nell’intervista visibile a inizio articolo Ioculano commenta anche l’occupazione del Parlamento da parte della Lega avvenuta alcuni giorni fa.