È questo un momento delicato per il turismo e più in generale per le attività commerciali del nostro Ponente. Le notizie riguardanti l’emergenza coronavirus che arrivano dall’estero non sono incoraggianti.
A queste si aggiungono i tamponi e i controlli più stringenti alla frontiera francese che potrebbero partire da un momento all’altro; e la notizia che la Svizzera ha inserito la Liguria nelle ‘zone rosse’. Un quadro che in queste ore sta spaventando gli imprenditori locali.
Ne parliamo con il presidente cittadino di Confcommercio Sanremo, Andrea di Baldassare.
“Ogni mattina ci alziamo e ogni sera andiamo a dormire leggendo le notizie che ci arrivano. Non sappiamo cosa ci riservi il domani. L’imprenditore vive investendo nella propria attività, guardando avanti e cercando di superare l’ostacolo. Ma oggi diventa difficile con lo spauracchio di un possibile lockdown, anche se eventualmente limitato ad alcune zone,” spiega. “Nel momento in cui l’imprenditore non investe più l’economia si ferma ed è quello che sta accadendo.”
“Usciamo da una parentesi felice, quella estiva, in cui abbiamo lavorato. Discorso a parte per le discoteche a cui sono vicino e che non hanno ancora avuto modo di ripartire. A fine anno dovremo però fare i conti con tre mesi senza incassi. Inoltre i primi dati di questo autunno non sono incoraggianti, stiamo infatti vedendo un calo rispetto gli anni scorsi,” prosegue.
Le preoccupazioni sono in particolare per le conseguenze a lungo termine. Il rischio è quello di un impoverimento del commercio e della rete di attività locali, soprattutto nei centri città.
“Da tempo ci lamentiamo per l’apertura di grandi catene e locali di bassa fascia. La paura, in un momento come questo, è quella dello sciacallaggio. In un periodo lungo di crisi c’è chi guarda agli affari e il rischio è quello di svendere attività importanti e storiche alla metà del loro valore. È un problema serio e dobbiamo stare molto attenti,” spiega Di Baldassare nella video intervista visibile integralmente a inizio articolo.