Domani, sabato 9 aprile dalle ore 9.00, presso il Casinò di Sanremo, la Confesercenti provinciale organizza il convegno internazionale “Trattato del Quirinale” con la presenza di numerosi attori istituzionali liguri, piemontesi e francesi.
“Crediamo fermamente nella cooperazione transfrontaliera – interviene il presidente provinciale Ino Bonello – tra le tre regioni Liguria – Piemonte e Pa.ca., una reale prospettiva per uno nuovo sviluppo economico del nostro territorio. Le numerose occasioni che storicamente ci uniscono e che hanno visto le precedenti generazioni anticipare, già dal dopoguerra, l’abbattimento di tutte le frontiere fisiche tra i due Paesi, hanno da sempre creato reali sinergie tra le nostre popolazioni e le nostre aziende. In questo territorio il mondo del business storicamente è incentrato sullo scambio di merci, di professionalità tra i diversi territori, pur mantenendo ognuno ben radicate le proprie tradizioni e abitudini”.
“Per Confesercenti il 26 novembre 2021 rappresenta una data storica, una vera svolta nei rapporti tra i due Stati, capace di creare una nuova osmosi e una prospettiva di unità e di forza. Il Trattato per una cooperazione bilaterale rafforzata siglato a Roma – conclude Bonello – non è un atto burocratico, ma il progetto di un lungo cammino che consegnerà nelle mani di tutti noi l’opportunità di consolidare una macro regione distribuita tra il Mediterraneo e le Alpi”.
Sabato 9 aprile a Sanremo la Confesercenti provinciale ha voluto raccogliere i principali protagonisti della cooperazione transfrontaliera per iniziare ad animare il Trattato firmato da Macron e Draghi, tenendolo su un livello nazionale ed europeo con la presenza della presidente nazionale Patrizia De Luise, i tre presidenti di Regione e tanti relatori che hanno importanti responsabilità nei settori politici e delle associazioni di categoria.
“È un trattato particolarmente ambizioso perché sancisce un patto di collaborazione tra due paesi che sono pronti a consolidare ulteriormente i loro legami diplomatici, commerciali ma anche politici e culturali. Ma anche un patto estremamente importante per la nostra regione, in relazione soprattutto ai temi delle infrastrutture e del commercio. La statale del Colle di Tenda e la ferrovia Ventimiglia-Nizza-Cuneo, riaperta a dicembre dopo la devastazione provocata in Val Roya, sono opere strategiche per il territorio e soprattutto la linea ferroviaria va ulteriormente potenziata, anche con investimenti infrastrutturali, per assicurare collegamenti fondamentali non solo dal punto di vista turistico ma anche commerciale per la nostra Riviera dei Fiori. Questo patto rappresenta quindi un punto di partenza per il potenziamento di una linea cruciale per i due Paesi e per Liguria e Piemonte”, afferma
Giovanni Toti, presidente di Regione Liguria.
“La sfida – prosegue Scibilia Sergio, segretario provinciale Confesercenti – a cui il mondo economico e le associazioni di categoria, il sistema camerale, le amministrazioni locali e regionali non possono esimersi, è riscrivere la cooperazione transfrontaliera, rafforzare, consolidare e costruire una nuova strategia frontaliera, rilevando e chiedendo alle autorità competenti di risolvere gli ostacoli alla cooperazione, facilitando la vita quotidiana degli abitanti e delle aziende, in un’ottica di cittadinanza europea, in particolare tra le giovani generazioni. Il Patto del Quirinale riconosce l’interesse strategico dello sviluppo coordinato e sostenibile delle Regioni frontaliere nei diversi settori e ambiti, sociale, sanitario, ambientale, energetico, sicurezza, istruzione, culturale e trasporti, attraverso innanzitutto la valorizzazione del bilinguismo”.
“Concretamente oggi è sia necessario che si costituiscano gli organismi di cooperazione frontaliera con competenze appropriate, previsti per rendere gli scambi e la cooperazione più dinamici, inclusa la creazione di servizi pubblici comuni per favorire l’integrazione dei territori, in linea con gli obiettivi dello sviluppo sostenibile e con quelli della politica di coesione europea. La politica deve lavorare per creare modifiche regolamentari e sottoporre ai rispettivi Parlamenti le modifiche legislative necessarie per eliminare gli ostacoli alla cooperazione frontaliera, incoraggiando il dialogo tra amministrazioni e parlamenti sul recepimento del diritto europeo – conclude Scibilia. – Il primo lavoro da svolgere nei bacini di vita frontaliera, è evitare l’ambiguità, i diversi linguaggi e abitudini, in pratica superare tutte quelle pratiche pregiudizievoli per gli scambi, superando così le differenze significative tra le misure adottate a livello nazionale e quelle nel territorio transfrontaliero e di conseguenza le diffidenze e i pessimismi delle nostre popolazioni”.