La Confartigianato di Imperia, proseguendo la sua azione a supporto delle imprese di acconciatura ed estetica in questo difficile momento, ha scritto una lettera ai tre parlamentari imperiesi: Flavio Di Muro, Giorgio Mulè e Leda Volpi.
“Siamo rimasti sinceramente stupiti dalle dichiarazioni rese ieri dal Presidente del Consiglio, quando abbiamo appreso che la data indicata per la riapertura delle attività di acconciatura ed estetica, sarà quella del 1° giugno – si legge nella missiva firmata dal Presidente di Confartigianato Imperia Enrico Meini – Siamo rimasti stupiti perché evidentemente quanto da noi segnalato nei giorni scorsi al Governo, quando ci siamo messi a disposizione per individuare modalità per poter consentire lo svolgimento delle attività nella assoluta sicurezza, non è stato preso con il dovuto peso e l’adeguata considerazione: forse non è stato ritenuto importante apprendere che il lockdown abbia consentito a centinaia di operatori abusivi e irregolari di girare di casa in casa, aggravando una piaga già preoccupante. Non è importante, evidentemente, che chi opera abusivamente mette a repentaglio la sicurezza dei cittadini o svolge la propria attività in spregio ad ogni regola e nella perfetta oscurità fiscale”.
Per gli operatori regolari che Confartigianato rappresenta, oltre 130.000 imprese che impegnano 263.000 addetti, è stato difficile affrontare il sacrificio di chiudere tra i primi ma responsabilmente sono state accolte le disposizioni del DPCM dell’11 marzo 2020. È difficile ora accogliere con tranquillità questo ulteriore slittamento della riapertura che interviene a fiaccare ulteriormente il settore. Con senso di responsabilità la Confartigianato ha elaborato e presentato tempestive e dettagliate proposte al Ministro dello Sviluppo Economico su come tornare a svolgere queste attività osservando scrupolosamente le indicazioni delle Autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia, igienizzazione. Proposte che penalizzano fortemente le possibilità di ricavo delle imprese, ma tuttavia indispensabili. Purtroppo non è stata ricevuta alcuna risposta.
“Ora non accettiamo che le attenzioni del Governo siano rivolte ad altri settori – prosegue la lettera – e si limitino ad una incomprensibile dilazione per la ripresa delle nostre attività, con tutto il rispetto per i musei che non scappano, che non possono essere fruiti dagli stranieri e che non rischiano il fallimento. Del resto, al 1° giugno cosa potrebbe essere fatto di più rispetto ad oggi in termini di sicurezza? Si può far stare fermi, con costi continui e ricavi azzerati per gli interi mesi di marzo, aprile, maggio? Non ci rimane null’altro, quindi, che far ascoltare lo sconforto e la rabbia di chi, già provato, si vede ora esasperato – conclude il presidente Enrico Meini – con il rischio che la rabbia diventi reazione disordinata e non arginabile altrimenti se non attraverso l’impegno serio del mondo politico rispetto alla situazione”.
La Confartigianato di Imperia ha quindi chiesto ai tre Parlamentari di voler sostenere le legittime istanze del settore con tutti gli strumenti a loro disposizione, affinché il Governo possa riprenderle rapidamente in esame e conseguentemente disporre di uno sblocco a breve scadenza delle attività.