La Confartigianato di Imperia ha inviato una lettera al Direttore Generale della Asl1 Marco Damonte Prioli e per conoscenza al Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in cui si contesta l’Accordo Quadro con tre operatori economici per la manutenzione edile degli immobili dell’Azienda Sanitaria Imperiese per gli anni 2020 e 2021.
“In precedenza venivano pubblicate più gare di appalto, frazionandole per interventi specifici dei diversi settori, ora invece si procede con appalti unici che di fatto escludono le piccole imprese – ha dichiarato Antonio Sindoni, Presidente Edili di Confartigianato Imperia – Il nostro tessuto economico è composto per oltre il 99% da piccole imprese, tutte dotate di personale specializzato, che quindi ora si sentono tradite da chi invece dovrebbe aiutarle. Prima coinvolgendo le piccole imprese, prevedendo lotti funzionali con appalti anche di minore entità, non si escludevano quelle grandi, cosa che invece adesso accade all’inverso con un conseguente impoverimento del territorio. Con la lettera che abbiamo inviato vogliamo quindi esprimere il profondo disappunto e il totale dissenso sulle motivazioni con le quali la Asl ha proceduto all’indizione di questo Accordo Quadro”.
Come è noto i maxi appalti, in cui i lavori vengono affidati in forma complessiva e non frazionata, portano molto spesso al ricorso dei subappalti. L’affidamento in seconda battuta dei lavori, causa gravi problemi alle imprese coinvolte che, obbligate ad accettare per il persistente difficile momento economico, devono lavorare con margini ridottissimi se non addirittura nulli. Tutto questo comporta conseguenze negative sia per le imprese stesse sia per la qualità del risultato finale. L’economia ottimale di scala è caratterizzata da molte piccole e medie imprese in concorrenza perfetta tra loro mentre nel caso specifico si configura una struttura di concorrenza imperfetta con esclusivi vantaggi delle sole grandi imprese, facendo di conseguenza mancare i princìpi di ragionevolezza, imparzialità e proporzionalità.
La Confartigianato segnala che, sotto il profilo normativo, molte sono le norme introdotte dal d.lgs. 50/2016 per abbattere le barriere all’ingresso che comprimono la libertà d’impresa dei piccoli operatori economici. L’art. 30 scolpisce il principio secondo il quale i criteri di partecipazione alle gare non devono escludere le micro, piccole e medie imprese. Principio che, di fatto, viene ribadito in tema di appalti sottosoglia, nonché di requisiti tecnici ed economici che devono essere tali da favorire l’accesso delle micro e piccole imprese agli appalti. La giurisprudenza amministrativa porta inoltre in evidenza il dimensionamento degli appalti, censurando i bandi non a “misura di piccola impresa”, in definitiva sollecitando le stazioni appaltanti a rispettare i principi del Codice per favorire l’effettiva partecipazione alle gare da parte delle imprese di minori dimensioni.
“Questa situazione di fatto, oltre ad essere in controtendenza alle direttive europee configura un elemento discriminante e contestualmente genera un contesto generale non favorevole alla partecipazione delle micro e piccole imprese – ha concluso Sindoni – Come Confartigianato, ribadendo con forza il nostro dissenso, auspichiamo in futuro un approccio diverso sull’applicazione delle norme vigenti in materia di appalti, che preveda un’istruttoria procedimentale della scelta del contraente secondo i canoni che abbiamo espresso”.