È stato respinto il ricorso presentato dal Comune di Sanremo alla Corte di Cassazione contro la sentenza esecutiva con la quale, la Sezione Lavoro della Corte d’Appello di Genova aveva ordinato di reintegrare e risarcire Alberto Muraglia, ex agente della Polizia Locale.
La vicenda risale all’autunno del 2015, quando Muraglia fu coinvolto nell’inchiesta “Stachanov”, conosciuta anche come il caso dei “furbetti del cartellino”, che aveva portato al suo licenziamento da parte dell’amministrazione di Palazzo Bellevue.
Nel processo successivo, Muraglia, assistito dagli avvocati Luigi Zoboli e Alessandro Moroni, è stato assolto con formula piena.
Muraglia si è poi dimesso ancora prima del rientro effettivo in servizio, che era previsto nel dicembre del 2023, dichiarando che non vi fossero le condizioni per poter operare al meglio.
Durante la lunga vicenda, Alberto Muraglia ha subito forti pressioni mediatiche. Il suo coinvolgimento, seguito dalla pubblicazione di alcune foto che lo ritraevano in una situazione particolare, lo aveva reso noto a livello nazionale e oltre come “il vigile in mutande”. Questo soprannome aveva innescato una vera e propria gogna mediatica, dipingendolo come un archetipo del dipendente pubblico fannullone. Tuttavia, questa immagine è stata successivamente smentita dalle sentenze che lo hanno assolto.
Per l’ex vigile ora si prospetta un nuovo contenzioso con il Comune, relativo all’ammontare effettivo del risarcimento rivendicato.