Con il 46% in meno di domande di risarcimento presentate rispetto allo scorso anno e con più del 60% di risorse ancora disponibili, rapportando il tutto al numero di animali selvatici, che continua imperterrito a crescere e far danni alle aziende agricole e causare incidenti sulle strade provinciali, i conti non tornano.
Lo rende noto Coldiretti Liguria, commentando positivamente il tavolo organizzato da Regione Liguria sui danni da fauna selvatica, un segnale di attenzione al tema da parte dell’Assessorato all’Agricoltura, dove però è emerso che: sempre più spesso le imprese agricole del territorio, ormai esasperate dai danni, dalla complessità degli accertamenti, dai ritardi negli indennizzi (su La Spezia e Savona in modo particolare), i cui importi sono stati anche ridotti per scarsità delle risorse a disposizione, non presentano nemmeno denuncia per le incursioni dei cinghiali. Arrivando meno segnalazioni si perde un elemento importante per il monitoraggio regionale degli animali selvatici, e si rischia di sottovalutare una problematica conclamata da decenni e di restare spettatori inermi di una popolazione di ungulati che continua a crescere e a minare la sicurezza e la salute pubblica.
A rischio c’è anche la popolazione animale, come in Belgio, dove per l’alto numero di ungulati sono stati registrati casi di peste suina africana (non trasmettibile all’uomo) e che hanno fatto scattare, anche per le nostre regioni, l’intervento dell’Istituto Zooprofilattico di Torino per un primo studio tecnico sull’impatto del rischio e sulle modalità di contenimento del virus.
“Ringraziamo l’Assessorato all’Agricoltura della Regione Liguria– affermano il Presidente di Coldiretti Liguria Gianluca Boeri e il Delegato Confederale Bruno Rivarossa – per aver risposto alla nostra sollecitazione convocando il tavolo sui danni da fauna selvatica, al quale abbiamo sottoposto nuovamente il decalogo di Coldiretti per contrastare il fenomeno. Preso atto che non è un problema delle sole aziende agricole colpite, ma che è in gioco l’economia di intere aree della regione, nonché l’equilibrio del nostro territorio dove, l’abbandono da parte delle aziende causerebbe danni incalcolabili al patrimonio ambientale e paesaggistico, bisogna intervenire prima che sia troppo tardi con un’azione forte e risolutiva”.
Fra le misure contenute nel decalogo c’è la necessità di intervenire per la semplificazione della legge regionale in materia di autotutela del fondo agricolo, che conta ad oggi solo 10 titolari d’azienda in possesso di regolare porto d’armi autorizzati, di adottare la rotazione delle squadre di caccia anche da fuori regione, di predisporre il monitoraggio online degli abbattimenti per evitare il consueto mancato raggiungimento degli obiettivi, di incrementare l’utilizzo di recinti e gabbie di cattura, e di togliere il risarcimento dal regime De Minimis.
“La popolazione degli animali selvatici, nell’interesse di tutta la società, deve essere gestita in maniera consapevole e continuativa affinché, la prossima volta il numero delle domande di risarcimento si possa ridurre per la giusta motivazione – concludono Boeri e Rivarossa”.