“L’accrescere dell’inflazione dettata dalla speculazione in atto, soprattutto nel settore energetico e agroalimentare, dovuta alla vicenda della guerra russo-ucraina e accostata ad una scarsa propensione di visione politica tipica del nostro paese, metterà a dura prova il nostro sistema economico con inevitabili ricadute di carattere sociale. In provincia di Imperia, stando ai dati forniti dalla Camera di Commercio Riviere di Liguria, anno 2021, operano poco più di 2.600 imprese agricole. Di queste, circa 670, sono datori di lavoro dove trovano impiego più di 1.000 salariati agricoli che, aggiunti ai famigliari coadiuvanti, raggiungono una forza lavoro che supera le 4.200 unità per un volume d’affari superiore ai 170 milioni di euro. Siccità, caro energia, danni da fauna selvatica, crollo della produzione olivicola per il secondo anno consecutivo, mancanza di infrastrutture idriche e viabili, difficoltà di approvvigionamento di alcune materie prime, rischiano di portare la filiera agroalimentare del territorio verso una ‘tempesta perfetta’. Ebbene, noi siamo ad un passo da una situazione di questo tipo”, dichiara il direttore di Coldiretti Imperia, Domenico Pautasso, che ha quantificato i rincari che queste imprese devono accollarsi esaminando i dati fiscali a disposizione.
“I numeri emersi – puntualizza il presidente Gianluca Boeri – sono inquietanti e confermano quanto sostenuto da tempo. In termini percentuali, dunque, rispetto ai costi del 2021 i maggiori costi sostenuti dalle imprese nel 2022 risultano essere:
concimi: +70-90%,
fitofarmaci: +20-30%,
vasi per la floricoltura: +20-40%,
mangimi +40-60%,
materiale per confezionamento: +20-30%,
gasolio: +150%,
foraggio: +96%,
mais per le aziende zootecniche: +42-45%”.
“La matematica – aggiunge Pautasso – non è un’opinione ma un’espressione usata per puntualizzare come i numeri dimostrino in modo inequivocabile ciò che si sostiene da immemore tempo. Ebbene dove vogliamo arrivare? Basta giocare con i sacrifici, non si vive di speranze o di promesse ma di certezze”.
“Si rischia un terremoto economico sociale”, avverte il presidente Boeri.