video
play-rounded-outline
03:35

La sala consiliare del comune di Pigna, ricolma di persone sin dalle otto del mattino di venerdì 26 gennaio, mostra quanto la tematica interessi e sia di fondamentale importanza nel nostro entroterra. Il convegno “Parliamo del lupo e cerchiamo una strada di convivenza” organizzato da Patrizia Gavagnin ha infatti portato nel borgo della val Nervia numerose voci, dai tecnici agli allevatori, per parlare della presenza del lupo nel nostro territorio.

Non si è parlato di convivenza, bensì di coabitazione, ovvero di un fenomeno non sempre voluto e piacevole ma per il quale non si può assolutamente fare finta di nulla: il lupo abita in grande presenza le nostre montagne e non solo, poiché i territori montani, saturi di branchi, spingono socialmente i giovani a vivere nei territori limitrofi, rendendo la presenza di questo animale “consueta” in ambienti molto vicini alla costa. È il caso, ad esempio, del comune di Villa Faraldi di cui una folta delega guidata dal sindaco Stefano Damonte era presente in sala, comune dove sei esemplari di lupo sono oramai quotidianamente avvistati, con danni ingenti agli allevatori che vi avevamo raccontato la scorsa settimana.

Coabitare tra allevatori e lupo non è per nulla facile, il nostro territorio spesso non consente di collocare le giuste protezioni a causa delle elevate pendenze e dell’abbandono dei pascoli, e gli attacchi di predazione sono sempre più numerosi, andando a incidere su oltre il 10% dei capi allevati; una perdita non solo economica che raramente viene risarcita in modo congruo, ma una situazione che mina la natura stessa del lavoro, lasciando gli allevatori in balia dell’animale.

E proprio di questo hanno discusso diversi esperti, parlando di come per esempio l’abbattimento spesso invocato, dove praticato come nella vicina Francia, non sempre risulti efficace e anzi a volte diventi deleterio, ma concordando che gli interventi debbano essere più efficienti. L’attività pastorale è di importanza vitale nel nostro ecosistema: senza mandrie e greggi i nostri pascoli scompariranno nel giro di una decade, ma i pochi allevatori presenti ogni anno sono sempre più scoraggiati dal continuare.

La tavola rotonda finale ha permesso di raccogliere testimonianze, l’esperienza proveniente dal Parco delle Alpi Cozie piemontese ha portato l’esempio che il dialogo diretto tra enti e pastori porta ad ottimi risultati, fatto sta che il tema è complesso: la proliferazione del lupo rende inevitabilmente più facile il contatto con l’essere umano, e sebbene il lupo sia di natura diffidente, gli errati comportamenti delle persone non aiutano.

La coabitazione è possibile, ma la strada è ancora lunga: occorrono risposte tempestive per non perdere però la preziosità del settore dell’allevamento. Nessuno deve essere lasciato solo, né uomo né lupo.

Nel videoservizio le parole del sindaco di Pigna Roberto Trutalli e di Luca Giusti di LifeWolfAlps.