Prosegue la discussione sull’ospedale unico provinciale che dovrebbe sorgere sul territorio comunale di Taggia. Ad intervenire oggi è il gruppo Cittadinanzattiva che esprime la sua contrarietà al progetto con una nota stampa:
“È dal 2007 che cittadini e forze politiche si oppongono al progetto dell’Ospedale Unico. L’allora progetto presentato dai “2 Claudi” nell’aula magna dell’Università di Imperia prevedeva un ospedale Unico e 3 case della salute: Bordighera, Sanremo e Imperia. Inutile ripercorrere quanto fu scritto fino a poco tempo fa di quel progetto : il sito prima a nord della vecchia stazione di Taggia poi a sud… ora dotato di un DEA di 1° livello poi di secondo e poi nuovamente di 1° livello, prima finanziato con l’alienazione dei presidi esistenti poi col project financing….
Insomma un progetto a dir poco approssimativo che di sicuro non avrebbe risolto i tanti problemi della sanità imperiese che recentemente si sono ulteriormente acuiti. Ora viene riproposta l’idea di un nuovo Ospedale a Taggia che comporterebbe la chiusura dei presidi di Imperia e Sanremo il quale si affiancherebbe all’ospedale di Bordighera che, praticamente smantellato con il declassamento da Pronto Soccorso a Punto di Primo intervento e la perdita di almeno 50 posti letto, ora passerebbe al privato ma senza sapere esattamente se sarà ripristinato il Pronto Soccorso e con esso quali reparti e con quanti posti letto.
L’assessore Viale torna alla carica con il progetto di un Nuovo Ospedale dal costo di 250 mln di euro con i medesimi reparti esistenti accorpati e che sarà sempre un DEA di 1° livello. Dove starebbe l’innovazione tecnologica se non è prevista nessuna nuova specialità? Intanto dal dicembre 2007, anno di presentazione del primo progetto ospedale Unico nel quale i posti letto in provincia erano 580 + 92 tra DH e DS , siamo scesi all’aprile di quest’anno a 513 + 70 tra DH e Ds, unitamente al PS di Bordighera declassato a PPI, l’Ortopedia chiusa a Imperia e la Chirurgia vascolare non a regime 7 giorni su 7.
In questi 12 anni non c’è stato nessun investimento infrastrutturale per migliorare la viabilità .. restano solo pochi Km di Aurelia bis tra Taggia e il centro di Sanremo! Non sono stati risolte le carenze del personale medico-infermieristico ne sono state incrementate le attuali e insufficienti 3 automediche, non è stata potenziata l’assistenza sul territorio né quella ambulatoriale per abbattere le liste di attesa per visite specialistiche ed esami strumentali, non sono state risolte le sempre più lunghe code ai Pronto Soccorso o per la chirurgia di elezione, non è stato adeguato il numero di posti letto di Riabilitazione (RSA) secondo il coefficiente 0.7x 1000 abitanti , ecc. Perché mai dovremmo ora credere che un nuovo edificio, dal costo di almeno 250 mln di nostri euro, dovrebbe risolvere tutte queste criticità?
Perché dovremmo credere alle nuove automediche o all’elisoccorso… perché queste cose non sono state realizzate fino ad ora ? Eppure ce n’era un gran bisogno. L’ospedale Unico a Taggia e la contestuale chiusura degli ospedali di Imperia e Sanremo coi rispettivi Pronto Soccorso, oltre a non risolvere le criticità di cui sopra, peggiorerebbe la rete assistenziale sanitaria in quanto allontanerebbe i cittadini dal Pronto Soccorso che diventerebbe unico, dai reparti di degenza e dagli ambulatori che in buona parte sono ora dislocati negli ospedali. Per non parlare dello spreco di denaro pubblico: sarebbe davvero l’INAIL a finanziare tale progetto? a quanto ammonterebbe il canone annuo che l’ASL 1 dovrà corrispondere all’INAIL e per quanti anni? Si è tenuto conto del piano di bacino del torrente Argentina a Taggia dove dovrebbe sorgere la struttura? Insomma tanti interrogativi, tante promesse e poche risposte concrete. Proprio per questo motivo Cittadinanzattiva, forte delle quasi 20 mila firme raccolte contro la chiusura degli ospedali di Imperia e Sanremo in cambio di nuovo ospedale a Taggia, si è resa disponibile per dare vita ad una commissione che tratti non solo della riorganizzazione della rete ospedaliera nella nostra provincia ma anche di tutti i servizi sanitari dall’assistenza territoriale all’emergenza, dalla medicina preventiva alla medicina riabilitativa.“