Riceviamo e pubblichiamo di seguito la nota stampa della segreteria del circolo PD città di Imperia.
“La vicenda del ‘porto più grande del Mediterraneo’ ha visto maturare mercoledì sera in consiglio comunale l’ennesimo passo falso di una storia ultradecennale che ha segnato in negativo la vita della nostra città.
L’accordo che, dopo gli errori politici e finanziari che si sono succeduti negli anni, porterà nelle tasche del Comune le briciole – poco più di un milione di euro quando l’ente aveva un credito riconosciuto di oltre 71 milioni – è stato dipinto dal sindaco come “un successo che fa ripartire il porto” affondato, secondo le fantasie del nostro primo cittadino, dalla denuncia di uno stato di fatto chiaro a tutti, divulgato a suo tempo dal PD, tramite un “libro bianco”, in cui venivano elencati problemi politici, tecnici, amministrativi, procedurali, anche attraverso articoli dei giornali di allora.
Nel libro bianco del PD venivano anche messe in rilievo dubbie operazioni societarie, tra cui l’improvvida scelta di un imprenditore che ha lasciato un mare di debiti e lo scalo allo sbando.
Nel “mondo alla rovescia” del sindaco insomma non sono le scelte politiche amministrative, tecniche ed economiche megalomani di un porto assolutamente sovradimensionato a determinare il futuro di una città ma i “libri bianchi” e le inchieste giudiziarie.
Non è chi non ha realizzato le opere e ha venduto i posti barca ad aver causato questo disastro ma chi lo ha denunciato e chi ha indagato su fatti di tale gravità.
Sul merito avremo tempo e modo di tornare ma ci preme adesso sottolineare come esista un neppure tanto sottile “filo rosso” tra chi attacca i magistrati invocando inchieste per difendere un indagato per corruzione e finanziamento illecito ai partiti ed un sindaco che, invece di ammettere le responsabilità di chi ha affossato un pezzo di città, si scaglia su chi ha denunciato le storture di un sistema malato.
Il PD di Imperia esprime, inoltre, totale solidarietà a chi nell’ultimo consiglio comunale è stato attaccato per aver fatto semplicemente il proprio dovere, attacco effettuato in modo indegno e con allusioni vili”.