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Oggi siamo in valle Oxentina e più precisamente a Ciabaudo, frazione di Badalucco a 700 mt. s.l.m. posta ai piedi del monte Ceppo.

Le origini del piccolo borgo risalgono al 1700 quando qui sorgeva un accampamento sabaudo da cui mutuò il nome, ma è nel secolo successivo che una famiglia proveniente da Realdo qui fondò l’abitato.

La chiesa, realizzata nel 1836, è dedicata al Santo Rosario e presenta due caratteristiche meridiane sulla facciata, elementi che legano il paese al sole.

Sole che lega Ciabaudo alla sua vocazione agricola, con ampie fasce soleggiate dove si coltivava il grano e che risentono del mix climatico mare monti che permettono la convivenza di uliveti e castagne, mentre i pascoli si trovavano sulla vetta del monte Ceppo. Un microclima che oggi, dopo spopolamento ed abbandono, ha risvegliato nei discendenti degli abitanti di Ciabaudo la voglia di riportare il grano sulla cresta terrazzata, e ogni luglio la festa della trebbiatura si arricchisce ridonando vita al borgo arroccato.

Oggi, tanto della vitalità di Ciabaudo si è perso, ma tra le sue pietre e i suoi castagni si possono rivivere tanti ricordi legati ad una terra montana che si affaccia verso il mare.