“La dichiarazione dello stato di calamità per la floricoltura e la richiesta al Ministero di attivare il Fondo di solidarietà nazionale – sottolinea Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria – è un atto importante che in primo luogo ha il merito di “certificare” la situazione drammatica che abbiamo da subito denunciato e che rischia di compromettere il futuro stesso di tante imprese di un settore strategico della nostra agricoltura.
Trattandosi di una fase ricognitiva, ci spiace non sia stata presa in considerazione la verifica del “danno” in altri settori che, pur in maniera diversa ma non meno significativa, stanno soffrendo pesantemente come viticoltura e agriturismo, una parte della zootecnia, lo stesso basilico. Auspichiamo che a breve siano messe in atto procedure di accertamento anche per questi settori”.
Cia Liguria esprime soddisfazione anche per le semplificazioni messe in atto per la floricoltura, a partire dallo smaltimento dell’invenduto: una soluzione importante per alleggerire ulteriormente i costi che comunque, anche in assenza di vendite, grava sul sistema produttivo.
“Siamo consapevoli – prosegue Aldo Alberto – che siamo all’inizio di un percorso e la strumentazione, nata per fronteggiare altre situazioni, potrebbe non rispondere alle esigenze chiaramente espresse dal settore, ma sicuramente ricognizione del danno, certificazione della situazione e quantificazione dei fabbisogni sono azioni indispensabili e propedeutiche a qualsiasi azione risarcitoria si vorrà avviare.
Le risorse restano il vero nodo del problema, la quantità ed i tempi di erogazione, in questo senso il DL 102/2004 (il Fondo di solidarietà nazionale per le calamità in agricoltura) nei casi in cui applicato non ha mai dato le risposte migliori anche e soprattutto per la consapevolezza della straordinaria gravità della situazione”.
Cia Liguria ritiene indispensabile “diversificare” le fonti di intervento.
“Per queste ragioni – prosegue Aldo Alberto – sulla scorta di quanto messo in atto da altre Regioni è necessario più che mai avviare un percorso di rimodulazione del PSR che riorienti la spesa in questa direzione. Lo abbiamo chiesto espressamente con una lettera al Presidente Toti e all’Assessore Mai, lo ribadiamo con forza consapevoli che attraverso questa strada si potrebbe sviluppare un’azione di ulteriore sostegno al settore mobilitando altre risorse.
Crediamo che sia indispensabile ragionare con il concorso di tutti, invitiamo pertanto l’Assessore a impegnare i propri uffici su queste ipotesi di lavoro e a convocare le Organizzazioni Agricole per una concertazione sulle azioni da intraprendere e sulle procedure da attuare”.