Gli ulivi del primo entroterra di Imperia, a pochi passi dalla frazione Moltedo, proteggono tra le loro foglie d’argento una piccola rovina della storia ponentina.
La chiesetta di Sant’Andrea si staglia sul crinale a cui dona il nome, la “Costa di Sant’Andrea”; verde e quiete dominano un esempio perfetto della collina ligure, mentre da lontano Porto Maurizio si mostra nella sua magnificenza. Il vento sferza il campanile che si confonde tra le chiome attorno.
Esempio dell’architettura tardo seicentesca ligure, la chiesa si trova in uno stato di rovina: all’esterno il lato a valle è pesantemente puntellato, mentre entrando si possono notare le grandi venature nei muri e nel tetto. Lo stato attuale pare da attribuirsi al terremoto del 1887 che colpì violentemente la nostra zona, e da allora Sant’Andrea è rifugio per le reti da uliveto e per qualche curioso. Una verde cascata pare sangue che sgorga dalla ferita del muro. Gli ornamenti barocchi sono oramai appena accennati, e grandi voragini limano il velo tra edificio e paesaggio.
Un luogo bellissimo, sospeso. Rievoca il fascino della rovina con tutte le sue complicazioni, perché se lo stato di degrado non verrà fermato di questa chiesa non rimarranno altro che ricordi. Ce la godiamo allora sotto il cielo plumbeo e il vento sferzante: un fantasma di pietra tra gli ulivi, un romantico incanto in bilico tra realtà e memoria.