Domani ore 12.30. Potrebbe essere compiuto in tale orario il primo passo concreto, urne escluse, per la formazione della nuova giunta regionale ligure. Per quell’ora è infatti previsto un incontro tra il neo governatore bis Giovanni Toti e i coordinatori dei partiti che lo hanno sostenuto nella corsa al secondo mandato.
Gli assessori saranno, come già detto, sette. Tra questi quasi certi, la prudenza è d’obbligo in politica: Marco Scajola, recordman di preferenze, Giacomo Giampedrone che di fatto sta già ricoprendo la carica di assessore alla Protezione civile seppur in delega, Andrea Benveduti che verrà riconfermato assessore esterno allo Sviluppo Economico in quota Lega, Gianni Berrino certezza di Fratelli d’Italia e Alessandro Piana che, con ogni probabilità, sostituirà il collega di partito Stefano Mai, relegato al ruolo di consigliere, all’Agricoltura lasciando vacante la carica di presidente del Consiglio regionale.
Cinque slot su sette si possono dunque considerare virtualmente occupati. Per gli altri due è in corso un doppio braccio di ferro: Cambiamo-Lega, Cambiamo–Fratelli d’Italia.
Gli arancioni, forti del risultato elettorale ottenuto, vorrebbero far ‘man bassa’ e accaparrarsi più posti possibili. Difficile però che i partiti classici, nonostante la leadership di Toti, mollino la presa lasciando tre assessorati (Scajola, Giampedrone, Ilaria Cavo), più la presidenza al partito del governatore.
La Lega dal canto suo, memore della tornata elettorale 2015, pretende, come più volte sottolineato da Edoardo Rixi: “…tre assessori, la vicepresidenza e la presidenza del consiglio”. Se riuscisse a ottenere tutto ciò gli assessori sarebbero Benveduti, al quale dovrebbe andare anche la vicepresidenza regionale, e Piana; oltre alla genovese Francesca Corso, non eletta, ma già consigliere comunale a Genova e gradita ai vertici del partito, in pole per la terza posizione. Il suo nome circola da giorni, ma bisogna anche considerare la posizione di Sonia Viale, assessore regionale uscente e prima dei non eletti, davanti a Corso, proprio nel collegio genovese. L’eventuale presidenza del consiglio potrebbe invece toccare a Gianmarco Medusei, assessore alla Sanità di Spezia, tra i più votati nella sua provincia.
In questa ‘lotta’ a due non va però certamente tralasciato il grande risultato di Fratelli d’Italia che, nel 2015, con circa il 3% dei consensi aveva ottenuto un assessorato. Oggi con un risultato più che triplicato vorrebbe due posti di cui uno con portafoglio. Un assessore del partito di Giorgia Meloni sarà certamente Berrino, il secondo potrebbe essere una quota rosa, difficile definirne ora l’identità. Ci sarebbero però possibilità anche per l’ex vicesindaco di Genova e neo consigliere regionale Stefano Balleari. Quest’ultimo, nel caso Fdi dovesse accontentarsi di un solo posto in giunta, potrebbe occupare il ruolo di presidente del consiglio.
Da capire dunque chi rinuncerà a un posto. Se dovesse ‘saltare’ quello di Cambiamo, non per demeriti ma per mera esclusione, potrebbe fare un passo indietro l’assessore uscente Ilaria Cavo anche se, le 7587 preferenze raccolte, griderebbero vendetta. Anche a lei potrebbe toccare, come alternativa, la presidenza del Consiglio regionale. Ruolo prestigioso e autorevole ma che al momento sembra sempre di più essere un paracadute per andare ad accontentare il possibile escluso dalla giunta.
A rimanere clamorosamente tagliata fuori dagli scranni più alti sarebbe così Forza Italia nonostante l’apporto dato superiore al 5% per la rielezione di Toti.
Intorno alle 15 di domani qualcosa in più potrebbe emergere. Questi gli attuali, possibili, scenari.