“La CGIL esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte del Senato del disegno di legge di ratifica dell’accordo tra Italia e Svizzera relativo all’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, che aumenta la franchigia fiscale a 10.000 euro, rispetto ai precedenti 7.500″, dichiarano i segretari della Camera del Lavoro di Imperia.
“Peraltro la questione del 5% in sostituzione dell’aliquota ridotta applicata ai diversi pilastri della previdenza estera in relazione alle diverse modalità adottate nei diversi paesi confinanti, è questione nota e controversa da parecchi anni. Attiene alle modalità adottate per analogia, al rientro dei capitali secondo la norma di collaborazione volontaria (voluntary disclosure) a partire dal 2017. Normativa che ha però previsto tassazione diversa per il medesimo oggetto (soggetto erogatore residente, non residente, convenzionato o meno con l’istituto di previdenza), in ragione della possibilità di tracciamento dei capitali”, continuano. “Il sindacato confederale da anni pone questa questione e, solo con la finanziaria ultima, il Ministro Giorgetti ha inserito un emendamento correggendo in via definitiva la questione per i frontalieri italiani in Svizzera, che è stata anche oggetto di diversi interpelli all’agenzia delle entrate. È evidente che un trattamento analogo non può essere differenziato sul territorio italiano (è notizia delle scorse settimane che parlamentari romagnoli stiano ponendo la questione analoga per la Repubblica di San Marino. La gara sui meriti ovviamente è poco significativa oltreché per nulla interessante, fatto salvo che non dovrebbe prestare il fianco alla strumentalizzazione per pure finalità elettorali, ma tant’è. Un po’ come se noi sostenessimo che il memorandum che abbiamo sottoscritto in occasione del trattato internazionale Italia Svizzera e che incrementa ed estende la franchigia a tutti i lavoratori italiani, introduce il tavolo interministeriale per la discussione sullo statuto dei lavoratori frontalieri, modifica gli imponibili fiscali su assegni familiari esteri e contribuzione previdenziale, sia esclusivamente una nostra battaglia. Noi siamo in genere soddisfatti del risultato e, per definizioni, non abbiamo bisogno di strumentazioni elettorali”.
“Da sabato scorso non abbiamo ricevuto alcuna disdetta, ma anzi abbiamo continuato a fare nuove deleghe, segno di un’organizzazione in salute, che resiste agli attacchi vandalici, figuriamoci ai commenti qualunquisti. Questo grazie anche ai nostri dirigenti periferici, che vorremmo qui ringraziare e ai quali chiediamo di monitorare il territorio e di continuare ad intervenire ogni volta che sarà utile, perché questo è il ruolo del sindacato confederale”, concludono.