Sino a domenica 11 settembre, dalle ore 18.00 alle 24.00, ingresso libero, in sala Privata e sala Dorata al Casinò di Sanremo, sarà possibile visitare l’esposizione “Moda Preziosa“, firmata dal Casinò, dal Comune e dalla Confartigianato con il patrocinio del Ministero della Cultura.
Ancora una volta il Casinò di Sanremo unisce la sua storia a quella dell’alta sartoria, dell’eccellenza dell’artigianato espresso nei gioielli, nel teatro, nel cinema, nei drappeggi damascati, negli accessori nella pelletteria e in abiti così scintillanti da sembrare stelle, in cappelli che possono chiamarsi solo Borsalino, nelle cravatte Marinella, negli accessori che accentuano lo stile e l’eleganza.
Un viaggio nell’alta sartoria declinata tra abiti storici, di alta sartoria teatrale, tessuti che incantano, accessori preziosi, che raccontano di oggi e di ieri uniti nella stessa ricerca di qualità e di bellezza.
Compongono l’esposizione i cappelli Borsalino sfilati nel 1957 al Casinò di Sanremo per celebrare il centenario dell’azienda, cappelli che provengono dal Museo Borsalino, gentilmente concessi dal Comune di Alessandria, dieci modelli che attraversano decenni e decenni di evoluzione del cappello. Una sezione viene dedicata al Borsalino nel cinema, ai modelli Panizzi Litrico, alle cuffie create per le spider, ai borsetti che nacquero proprio nel “Festival della Moda maschile” accanto alla professione dell’indossatore. Pezzi unici firmati dal collezionista Roberto Manzoni. Cappelli e cravatte, quelle di Marinella un’eleganza del particolare che affascina. Sfilano ancora gli abiti di Angelo Bolzoni, gentilmente concessi dalle figlie Patrizia e Grazia Bolzoni, modelli premiati con il Trofeo Arbiter nel 1968 e alcuni dedicati alle forze armate. Ci sarà anche l’abito rosso e nero che 1989 sfilò sul palco del teatro del Casinò simbolo del passaggio di consegne tra l’arte sartoriale di Angelo e quella delle figlie Patrizia e Grazia, un’eredità che continua, immagini e creazioni che escono dalle pagine che ripercorrono 70 anni di Festival. Una storia che ricorda l’alta sartoria teatrale interpretata da Alessandro Osemont, il maestro sartore che ha lavorato nei teatri di tutto il mondo e che nel 1994 firmò a villa Ormond l’ultima mostra dedicata alla grande sartoria. Il Maestro Osemont partecipa con un omaggio all’alta sartoria teatrale espresso da sei “gioielli”. Non si possono chiamare solo costumi perché sono fatti a mano, tessuti con arte, seta, velluto, creatività e amore per il proprio lavoro. Tra questi il giovane principe, il papa, la dama medioevale, un abito in velluto e raso uniti insieme, autoritratto di Rembrandt.
Lo stile artigiano è quello dei gioielli creati da Sandro Rossi, di Diano Marina marchio Ross’Oro Gioielli d’Arte. Espone una corona ornamentale per la Statua della Madonna con Bambino di Nostra Signora della Rovere realizzata in oro giallo 18Kt con perle, diamanti, ametiste, topazi gialli e azzurri ricevuti in donazione dai fedeli della parrocchia di Nostra signora della Rovere. Accanto si possono ammirare anelli con diamanti, collane in corallo di Ross’oro, ma anche le creazioni su misura de “Il Pozzo dei Desideri” di Ventimiglia di Michelutti Gualtiero, che di padre in figlio hanno creato un luogo dove il gioiello pensato diventa reale. Da Genova giungono le creazioni di Ogigioielli di Emanuela Burlando, ognuna con caratterizzata dalla sua denominazione, da Amore Liquido ad Arsenico e Vecchi Merletti, perpetrando ed innovando la passione appresa dal padre Dino.
Sono drappeggiati a mano fatti di arte, di tempo e di creatività di preziosi tessuti damascati e velluti della tessitura artigiana di Giuseppe Gaggioli di Zoagli, drappi che incantano per la perfezione dei disegni, dei velluti, spesso tramutati in quadri.
Brillano come particelle di sole gli abiti tessuti a mano creati da Sebastiano Basile, Sartoria Napoletana, un maestro creatore, che forgia “a mano” e “su misura” secondo le regole ferree dei maestri artigiani e sartori. Dal rispetto della creatività e della professionalità scaturiscono creazioni “tessute” dove gli abiti scintillano, come “gioielli” nella continua ricerca di una vera filosofia della sartoria tesa alla “nobilitazione delle passioni”.
Un’esposizione dove passato e futuro si fondono perché lo stile artigiano è per sempre.
“Parlare di Alta Sartoria oggi vuol dire guardare al domani, valorizzare nuove professionalità tutelando il lavoro di ieri e di oggi”, sottolinea Barbara Biale, consigliere del Cda del Casinò di Sanremo. “La Liguria ha maestri artigiani famosi a livello internazionale, che si sono espressi anche nelle sale del Casinò, dove è nato il Festival della Moda Maschile. Vogliamo continuare a sostenere e a raccontare questa storia di successi”.
La mostra si fonde nel libro: “Casinò di Sanremo: Festival della Moda Maschile. Il Made in Italy veste il mondo” (De Ferrari editore).
Era il 13 settembre 1952 quando Michelangelo Testa, direttore del periodo Arbiter, apriva ufficialmente la prima edizione di quel Festival dedicato ai capi sartoriali declinati al maschile, che sarebbe diventato un appuntamento imprescindibile per i drappieri e i Maestri Sartori per quasi quarant’anni. Il Casinò di Sanremo, che aveva appena organizzato il primo Festival della Canzone Italiana e che poteva vantare una più che decennale tradizione di eventi legati alla Moda, era il miglior palcoscenico per sfilate al maschile, famose ben presto in tutta Europa. Il volume, suddiviso in “La Storia”, “Le Storie” e “L’evento”, ripercorre lo svolgimento di tutte le edizioni, evidenziando come influirono sull’evoluzione dello stile declinato al maschile ma non solo. Un racconto della Moda sartoriale intesa come storia del costume e di un’economia che divenne basilare per il Made in Italy. Anno dopo anno si riscontra la maturazione di un “modo di vestire” perfettamente coerente con l’evoluzione sociale, a volte anticipatore dei tempi, altri contenitore verso una più libera espressione dello spirito, che si rifletteva nei colori, nelle ampiezze e nelle scelte stilistiche. Questo valorizzando sempre il rapporto cliente sarto, che rappresentava e rappresenta un legame che si rafforzava di anno in anno, sfiorando una forma di amicizia patrimonio comune. Sanremo seppe anticipare ed esportare il Made in Italy. Al Casinò nacquero la professione dell’indossatore, i colori “Maremma”, “Rubilio” e “Il Borsetto da uomo”, ma anche l’uso delle mantelle, i pantaloni scanzonati, nella ricerca del punto di equilibrio tra innovazione e classicismo, rigidamente “su misura”. Settant’anni di “ago e filo” di prestigiosi tessuti ed accessori dove l’artigianato è arte.